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Diario di viaggio Marocco 2003 |
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Pagina 9 (di 9) (Essaouira, traghetto Tangeri - Genova) |
Diario |
Giornate:
18 novembre 2003
19 novembre 2003
20 novembre 2003
21 novembre 2003
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Struscio essaouirese (29 KB) |
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Porta incastrata (23 KB) |
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La torre dell'orologio (23 KB) |
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Pino montano al mare (24 KB) |
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Prove di colore (6 KB) |
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Gabbiano a passeggio (15 KB) |
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Gabbiani notturni (9 KB) |
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Inizia la giornata! (24 KB) |
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Monumento al gabbiano (27 KB) |
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Appostamento (29 KB) |
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Imbiancami! (26 KB) |
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Porte gemelle (31 KB) |
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Plaza Major (25 KB) |
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Scogli alla rinfusa (27 KB) |
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Fortino sul mare (18 KB) |
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Occhio ai pirati! (29 KB) |
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Roccaforte marittima (18 KB) |
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Nessun avvistamento (20 KB) |
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Spiaggia per soli gabbiani (25 KB) |
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Gabbiani in picchiata (20 KB) |
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Accerchiamento di gabbiani (11 KB) |
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Vista con gabbiano (21 KB) |
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Yacht di lusso (25 KB) |
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Porta al porto - 1 (29 KB) |
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Consulto portuale (35 KB) |
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Porta al porto - 2 (29 KB) |
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Manca l'acqua! (26 KB) |
18-11-2003 Ozio nella splendida Essaouira
Fuori è buio, spero non ci sia ancora brutto tempo. Apro le imposte e scopro che il sole è ancora alle spalle
dellalbergo.
Il cielo è limpido, luminoso come nelle prime giornate primaverili, quando tutto esplode di vita.
Le candide mura sono scaldate da una calda luce ancora radente.
Una grande gioia si impossessa di me, voglio fare 1000 cose! Scaccio il pensiero che domani a questora
starò correndo verso Tangeri per raggiungere il traghetto.
Faccio colazione nella piazza di ieri sera. Dopo pochi minuti si siede al mio tavolo un ragazzo alto
e robusto, dal viso allegro. Non capisco il nome, ma continuiamo a parlare. Rompe il ghiaccio con il solito:
Tu non fai il Ramadan?
Eh no!
Rido mentre addento una lunga fetta di pane croccante con burro e marmellata. Risponde con laltrettanto
ovvio e immancabile:
Fa bene alla salute!
Lo so, ma gli italiani non lo fanno. Tu lo fai?
Sì, da 4 anni! risponde soddisfatto.
Come da 4 anni? Soltanto? chiedo incuriosito.
Sì, prima ero buddhista.
La questione si fa interessante.
Come mai buddhista? I tuoi genitori lo sono?
No, solo io ero buddhista!
Perchè?
Perchè i buddhisti possono bere, fumare, scopare e non fanno il Ramadan! Fanno quello che vogliono!
E gli altri musulmani di qui cosa ti dicevano?
Nulla, non gli interessa quello che faccio.
E poi perchè hai cambiato?
Perchè ho capito che la vita che facevo prima era nulla! e accompagna le parole con un gesto che indica
frivolezza, inutilità.
A parte il fatto che lo sfido a bere in Marocco... Ho provato a cercare una birra anche qui, niente da fare!
Poi mi stupisce la scelta religiosa fatta in base a quello che ti permette e ti proibisce.
Si racconta che anche Jaroslavl I, il mitico re dellantica Rus kieviana, fu posto davanti alla
scelta tra cristianesimo e islamismo. Dopo essersi fatto illustrare le prerogative delle due dottrine scelse
immediatamente la prima in quanto non proibiva gli alcolici! Da buon russo...
In altre parole, mi stupisce il fatto che si debba forzatamente aderire ad una religione, che non se ne possa fare
a meno.
Dal suo punto di vista, non avendo credo si è liberi allennesima potenza, non esistono vincoli o prescrizioni,
a parte quelle della legge.
Però, forse, entrerebbe presto in gioco, e pesantemente, il dover pensare con la propria testa. In assenza di una
liturgia prefissata che ti guida, ti ostacola, ma facendolo ti sorregge e ti rassicura, in assenza di questo
occorre costruirsi una propria morale, un proprio codice di comportamento, una propria filosofia. Può essere più
o meno restrittiva rispetto a quella delle religioni più diffuse, però è un passo necessario. Più si è convinti
di questa scelta, più diventa faticoso, sia la costruzione della propria essenza, sia il confronto con gli altri,
forti di una risposta preconfezionata per qualsiasi questione.
Quindi da 4 anni sei musulmano?
Si allarga in un sorriso soddisfatto e annuisce.
Largomento lo stanca e passa al vero motivo per cui si è seduto accanto a me.
Vuoi hashish?
No, grazie, ce lho.
Kif? Oil?
Non indago su cosa sia loil e rispondo no su tutta la linea. Penso a come tutti si
professino musulmani, non bevano nemmeno una birra (almeno pubblicamente) e poi si sparino canne spacciando appena
possibile.
Bene avrebbe fatto, il Profeta, a pronunciarsi anche su questo. A meno che non labbia fatto, ma venga
bellamente o opportunisticamente ignorato.
Saluto il mio amico, che mi dà unultima informazione utile:
Oggi le banche sono chiuse perchè è lanniversario dellIndipendenza.
Vado al porto, ci sono molti turisti. Salgo sulla sqala, unantica fortificazione. Mi incanto
ad osservare per molto tempo il volo dei gabbiani. Soffia un forte vento dal mare, sufficiente a sostenerli in miriadi
di acrobazie e per farli planare fin quasi sopra la mia testa.
Una signora di mezza età, arrampicatasi fino alla mia postazione, mi rivolge la parola in perfetto italiano:
Buongiorno!
Buongiorno! È italiana?
No, sono del Galles, ma ho visto la tua guida in italiano.
Ah! Come mai parla così bene italiano?
Purtroppo non lo ricordo più molto, sono stata alcuni anni tra Rapallo, Lerici, Sestri Levante.
Zone meravigliose!
Nel frattempo sale anche il marito.
Piacere, Fabio!
Peter
Cynthia
Mi dicono che fino a ieri il tempo era stato pessimo. Allora aveva ragione il Grande Jettatore! Ieri, tra le molte
cose che mi ha detto, quando ha saputo che ero determinato ad arrivare fino ad Essaouira, mi aveva avvertito:
Oggi sono arrivati da me alcuni miei amici francesi che stavano lì e mi hanno detto che piove e fa molto
freddo.
Naturalmente non gli avevo dato il minimo credito.
Ci salutiamo, proseguiamo ognuno per conto proprio.
Voglio raggiungere i bastioni della vecchia città che ho ammirato fino ad ora. Alte mura merlate costruite sugli
scogli a pochi metri dal mare.
Continuo a notare molti lustrascarpe, di ogni età, e moltissimi mendicanti. Probabilmente visto che la città è piccola
e molto turistica, verranno anche dalla campagna.
La stradina costeggia le mura dallinterno, è larga un paio di metri e stretta dalle mura di cinta alte almeno
5 metri da un lato e dalle abitazioni alte anche il doppio, dallaltro.
Devessere un riparo piacevolissimo dal calore estivo, ora invece è un po fredda.
A metà strada vengo fermato da un ragazzo che espone alcuni suoi dipinti. Indossa una giacca di lana di cammello
praticamente identica alla mia, che vende a 1/3 di quello che lho pagata a Zagora.
Scrivo un sms a Katia. Mi risponde che ho fatto del bene e che con i miei soldi hanno comprato due capre. Se Katia
sapesse quante capre e quanti altri animali hanno nella loro tenuta di Oulad Driss...
Lartista ha 25 anni, sposato con 3 figli. Alcuni quadri sono carini. Uno in particolare è grazioso, inizia la
contrattazione a 350 Dh. A furia di scambi di battute e prezzi lo prendo a 120 Dh, lo regalerò a mio fratello.
Torno sul lungomare, avevo visto una bancarella con del pesce fresco che dava la possibilità di cucinarlo sulla
brace e mangiarlo subito. Ci sono granchi, gamberi, seppie, sogliole e altri pesci. Scelgo un granchio enorme, pesante
8 etti. Si muove ancora.
Dopo un quarto dora è pronto, diviso in quattro parti e con una infinità di zampe. Sono impegnatissimo
ad estrarre ogni stilla di gustosa carne e non mi accorgo che proprio al mio fianco sono seduti da un po
Cynthia e Peter. Mi racconta che è stata in Italia per un po di mesi negli anni 70, dopo
luniversità.
Allora era facile, si poteva. Adesso è molto difficile.
Hanno 3 figlie, tutte laureate. Le due più grandi vanno a fare le volontarie in Sud America e in Africa. Le racconto
di Katia e vengo a sapere che anche le sue due figlie volontarie sono insegnanti. Mi convinco sempre più che è
una vita che mi piacerebbe fare.
Mi ci vuole quasi unora per concludere la battaglia col granchio. Peter impiega meno della metà! Ci salutiamo
nuovamente.
Mi arrampico sul bastione a nord delle mura. Il mare si infrange in grandi esplosioni di schiuma che viene
trascinata via dal vento.
Mi immergo nel souk. Di nuovo macellai con carne appesa allaria aperta, banchetti odorosissimi di menta, spezie,
verdure, vecchietti con sveglie perennemente in allarme e orologi digitali stesi su un lenzuolo per terra. Carretti
trainati dagli onnipresenti asini o da rassegnati uomini, donne velate, mendicanti. Questi ultimi mi colpiscono
soprattutto in una breve galleria daccesso alla medina. È un basso passaggio con 6 nicchie, 3 per parte. In
ciascuna di esse è accoccolato un uomo o una donna con la mano tesa, come in una drammatica galleria della miseria
umana.
Torno in albergo e crollo mezzora sul letto.
Vado in spiaggia a prendere un po di sole. La bassa marea ha scoperto una vastissima spiaggia sabbiosa dove
si improvvisano molte partite di calcio. Mi appoggio ad un muretto in pietra e vengo avvicinato da Mohammed:
Sì, ma per i turisti mi chiamo Jacques, mi piace di più!
Ha 21 anni, vende paste, dolci e biscotti su un piccolo vassoio di legno riparato da un foglio di plastica
trasparente.
Ho paura a comprare roba da mangiare, perchè a Marrakech sono stato malissimo!
Marrakech è uno schifo, ho lavorato in un paio di ristoranti là, ai turisti servono di tutto. Per loro
no, cucinano bene, ma ai turisti danno cose vecchie di giorni. Ma la mia roba è freschissima! Parola mia,
amico!
Mi offre un biscotto, è molto buono. Ne prendo 4 e chiacchieriamo ancora un po.
I marocchini in Italia lavorano tutti per la mafia! Vendono droga mi dice.
Sì, ma anche qui...
Non cè lavoro! Molti lavorano anche per la polizia!
Cioè?
Stanno in giro e guardano. Se vedono qualcuno che vende o che ha la droga lo vanno a dire alla polizia.
Tremo al pensiero di tutte le volte che ho mostrato il mio pezzetto di hashish a chi voleva vendermene dellaltro.
In Italia è molto pericoloso lavorare nella mafia gli dico.
Perchè? mi chiede perplesso.
Perchè muoiono in molti: uccisi dalla polizia o tra di loro.
Davvero?? Qui ho lavorato un paio danni per la mafia, non è pericoloso. Lo fanno in molti, non cè
lavoro!
Mi lascia allultimo sole. Domani a questora sarò sul traghetto.
Voglio vedere il tramonto dalle fortificazioni. Mentre vado il disco scompare dietro lorizzonte. Scatta una
sirena antiaerea come quella di Ouarzazate. Aveva ragione Idriss di Telouet!
Sui bastioni incontro di nuovo i miei amici gallesi. Mi raccontano che in albergo sono nella camera 13, numero
sfortunatissimo per gli anglosassoni.
Io alloggio nella stanza 17, numero sfortunatissimo per gli italiani!
Ma come farai domani ad essere per le 13 a Tangeri?
Non so, mi sveglio presto e corro, Insciallah!
Mi augurano buona fortuna e ci scambiamo le mail.
Torno in albergo e preparo lo zaino che terrò in nave, con il necessaire per il bagno e poco altro.
Cenetta in piazza, stavolta allesterno e non nel salotto dei piaceri.
Mi ritiro presto.
Torna allinizio
19-11-2003 Corsa contro il tempo per il traghetto: Essaouira - Tangeri
Sveglia alle 5:30, butto giù dal divano il portiere notturno che a sua volta butta fuori me con tutto il
bagaglio, richiude e torna a dormire.
Guardo il cielo che lentamente si schiarisce, le stelle si indeboliscono. Passa dal nero al rosa, allazzurro.
Saluto Essaouira che lentamente si risveglia e riprende il carosello di uomini che trainano i loro piccoli carri
a due ruote dalle piccole sponde.
Li ho visti quasi sempre vuoti, non so se li portano in giro come portafortuna o se effettivamente li usano.
A Guelmin ricordo che Lhassen ne aveva affittato uno per portare la ciclopica spesa acquistata al mercato.
Lascio questa bellissima città col desiderio di tornarci quando potrò.
Superate delle basse colline si apre unampia vallata resa eterea da una bassa nebbiolina che confonde i
contorni e li relega ancora nel regno dei sogni. Alle spalle delle montagne allorizzonte il sole si preannuncia
con colori sempre più vividi.
I minuti e i km passano, allimprovviso esplode. Resto abbagliato da uno spicchio che si affaccia potente e
vitale. È commovente, due lacrime sgorgano spontanee. Sono preso dalla profonda felicità della natura.
Decido, anche se so che difficilmente riuscirò a mantenere la promessa, che da ora in poi privilegerò lalba
al tramonto. Fino ad oggi ho sempre preferito viaggiare di giorno fino a notte fonda. Oggi mi ha colpito la bellezza
e la potenza dellalba. Anche il tramonto può essere meraviglioso, ma poi è solo notte, buio. Si può
apprezzare questo momento anche prima dellalba, con la differenza che poi nasce un nuovo giorno, che si
schiude interamente davanti a te, pronto ad essere vissuto.
Mi inoltro nellentroterra e mi trovo avvolto da una fitta nebbia. Di tanto in tanto degli squarci nella coltre
mostrano, come una beffa, un azzurro brillante quasi a portata di mano, subito inghiottito dallumido.
Fino alle 8 incrocio molti gruppi di bambini e bambine, nel loro grembiule bianco, in cammino verso la scuola.
Contadini che si avviano verso i campi, muratori che si preparano al lavoro. Mi sono un privilegiato che viaggia
sulla sua astronave, circondato ma non toccato, da un mondo di lavoro e di fatica. Arriverà il momento anche per me.
Mi accodo ad un furgone che procede come se nulla fosse. Ora capisco come si creano quegli impressionanti
tamponamenti a catena. Ti incolli a chi ti precede altrimenti lo perdi di vista, ma è sufficiente che a quello
succeda qualcosa, che automaticamente gli sei dentro.
Molti km passano così, a velocità moderata e molta nebbia.
Sono in ritardo clamoroso, sono le 10 e non sono nemmeno a Casablanca. Alle 13 inizia limbarco e alle 15 la
nave parte.
Rinvio il più possibile il rifornimento, ma negli ultimi 60 km non ho visto un solo benzinaio.
Improvvisamente dalla nebbia se ne materializza uno. Torno indietro e ne approfitto anche per fissare meglio il
bagaglio, che ad ogni frenata mi spinge sul serbatoio.
Finalmente la nebbia finisce, inizio a viaggiare più rapidamente.
Incrocio per la prima volta in vita mia branchi di...tacchini! Inizialmente penso che vengano esposti, in vendita, per
automobilisti affamati, poi mi accorgo che stanno semplicemente pascolando, placidi, sul ciglio della strada! Sono
in gruppi di 10/12, col padrone che li sorveglia a poca distanza.
A Casablanca entro in autostrada e aumento ancora la velocità.
Rimando il rifornimento fino a 350 km dallultimo. La moto entra in riserva, il benzinaio arriva dopo altri
25 km. Sono le 12:20 e mancano ancora 210 km da Tangeri. Inizio a dubitare di farcela.
Riparto subito, stavolta ancora più velocemente, sui 140 km/h, ossia quasi al massimo delle possibilità
dellinnocente Zukki.
Lautostrada è semideserta. Una BMW mi supera. Cento metri dopo si piazzano in mezzo alle carreggiate due
poliziotti della stradale. Fermano la macchina ma non me, che seguivo a breve distanza, poco più lento. Mi sento
baciato dalla fortuna.
Ad Asilah finisce lautostrada, mancano 45 km. Sono tesissimo, il traffico è intenso e non posso permettermi
nessun ritardo.
Limite dei 40 km/h quando vengo fermato dalla polizia a 110. Inizio a implorarli, gli dico che sto per perdere il
traghetto. Niente da fare, multa.
Sono 400 Dh.
Va bene, fammi sta multa e fammi andare.
Non ci crede che mi arrendo così. Gli metto due biglietti da 20 euro in mano.
Avanti, fammi sta multa e lasciami!
Torna dal collega coi soldi e i miei documenti. Mi saltano i nervi, inizio ad urlare:
Ma porca puttana!! Uno si fa un culo così, si alza allalba, corre tutto il giorno per cosa? Nulla!!
Il poliziotto torna, ride.
Ridi, ridi... Allora??
Con ricevuta o senza?
Ah no! Con ricevuta 400, ma senza 200!
Ride di gusto, ma in modo stentoreo, forzato.
AH, AH, AH!
Poi si zittisce e mi guarda.
Allora??
Mi ridà una banconota da 20 euro.
Ok, gli altri puoi tenerli.
O mi spiego molto male in francese, o quello non capisce.
Vuoi anche questi? e mi porge laltra banconota.
E dammeli, basta che mi mandi via...
Me li ridà.
E per me?
Laltro poliziotto sbraita qualcosa dallaltro lato della strada, sta per mandarmi via, ma ormai gli ho
messo in mano una banconota da 10 euro.
Questi sono per voi!
Grazie!
Finalmente mi restituisce i documenti. Schizzo via.
Tangeri, traffico, rotonde, incroci, semafori, motorini, furgoni, auto, il porto!
Allingresso vengo fermato dal solito scocciatore.
Hai il biglietto?
Sì!
Hai il foglio duscita?
Sì!
Prosegue nelle sue inutili domande per capire se può spillarmi soldi in qualche modo. Io resisto per capire se può
darmi qualche informazione utile. Quando mi propone il cambio di dirham contro euro, deduco che non ha nulla da
offrirmi e riparto.
Seguo i cartelli Partenza per Genova per un bel po. Arrivo al terminal e rivolgo a un tizio
quella che a prima vista sembrerebbe una domanda retorica:
Partono da qui i traghetti per Genova?
No, partono dal terminal vecchio!
Panico.
E i cartelli?
Non capisco la risposta, fa un gesto vago verso la mia sinistra. Decido di andare nel punto in cui avevo attraccato
allandata.
Benedico la moto che mi fa passare in mezzo al labirinto di camion ed auto.
Vengo abbordato da altri due seccatori.
Genova?
Sì!
Sbrigati, lascia la moto lì e vieni con me che la nave sta partendo!
Mi affido a lui, andiamo allo sportello del check in. Guardo per la prima volta da un bel po lorologio:
sono le 14:50!
Laddetto al check in se nè andato da tempo. Il seccatore si rivela assai utile: lo va a snidare, lui non
vuole, è troppo tardi, ma il protettore insiste. Il tizio si mette al computer, prende i miei documenti.
Dopo qualche minuto mi dà il biglietto per la nave, ora è il turno della polizia.
Passaporto e documenti moto.
Attraverso un cancello, entro nel piazzale, vuoto. Sono già tutti nella pancia della nave.
Ci sarebbe il controllo dei bagagli, ma vengo spedito a grande velocità verso la Tadla.
Congedo i miei due protettori con una moneta da 10 Dh a testa. Uno protesta, laltro ha un po di cervello
e soprattutto si lascia convincere dal mio portafogli che esibisco, vuoto. Avevo provveduto a nascondere lultima
banconota da 100 Dh mentre ero allo sportello della polizia!
Mi lascio inghiottire dal traghetto, sono le 15:10.
Alle 15:25 siamo fuori dal porto!
Sarebbe bastato un nulla, un altro piccolo contrattempo e sarei rimasto a terra, perdendo più di 1 milione di lire!
Stavolta la nave è pulita, la ragazza alla reception parla italiano, cè la carta igienica nei bagni, la camera
è grande il doppio dellandata. Mi sento praticamente in Italia.
Faccio il letto e vado in giro. Mi accorgo di aver perso la penna stilografica! Probabilmente me lha presa
uno dei due miei protettori mentre firmavo uno dei fogli che mi porgevano. Mi spiace molto perchè ci ero
affezionato.
Torno in camera: uno dei 3 ragazzi che dormono con me mi ha preso la coperta. Grande irritazione. Vado alla
reception a chiederne unaltra.
Verso le 17:30, alla rottura del digiuno, si leva in stereofonia in tutta la nave il canto di ringraziamento ad
Allah. Allo stesso piano della mia cabina trovo il piccolo locale adibito a moschea con alcune persone che
pregano. Mi trovo su una nave benedetta, una novella Arca di matrice musulmana, unisola sacra navigante! mi dico
che non potrà accaderci nulla di male!
Vado a dormire presto, sono stanchissimo.
In unora incognita della notte i miei compagni di stanza accendono la luce ed escono lasciando la porta aperta.
Andiamo a mangiare, vieni anche tu?
Balbetto un:
No grazie, ho già mangiato! senza rendermi conto nemmeno su che pianeta sono.
Torna allinizio
20-11-2003 Riflessioni da traghetto
Mi sveglio con la sensazione di aver dormito tantissimo, ma sono solo le 2:30 del mattino. Anche ora mi avranno
svegliato i miei compagni di cella.
Alle 5 vado in bagno e trovo uno che sta pregando in moschea. Non so perchè, ma mi irrito. Ma vai a dormire! Cosa
cazzo ci fai qui, sveglio a questora da solo a genufletterti e a cantare?! Alle 5!! Dormi, riposati!
Alle 8 ho la sensazione di trovarmi su una nave fantasma: non cè nessuno in giro e i pochi che vedo, dormono.
Per fortuna al ristorante cè il cameriere che mi ha preso sotto la sua protezione che mi dà doppia razione di
croissant.
A metà mattinata vengo avvicinato da Abdel. Ha il viso largo, accogliente. Gli occhi sono buoni, ispira fiducia.
Mi chiede del fuoco, ma con discrezione.
Sai, qui tutti fanno il Ramadan!
E tu?
Lho iniziato, ma poi mi sono sentito male, diarrea e altro. Sono due anni che lo faccio.
Come due anni? E prima?
Prima no, mai fatto! Ero marxista!
Allora esistono!!
Persone sempre più rare da noi, pressochè introvabile da loro.
Inizia a parlarmi di Lenin, della Rivoluzione, della Russia: i miei argomenti preferiti. Dopo un po si ferma:
Conosci Lenin?
Un po
Cerco di spostare il discorso sulla sua vita, di Abdel.
Sono venuto in Italia nell86
Come sei arrivato? Da clandestino?
No, allora non cerano problemi. Non serviva il visto, venivi e basta. Poi alla dogana se trovavi quello
bravo ti metteva il timbro sul passaporto, se trovavi quello cattivo ti mandava via.
cosa gli dicevi?
Turismo. Gli facevi vedere che avevi un po di soldi e a loro bastava.
Poi in Italia?
Ho fatto per molti anni un lavoro di merda! Vendevo sigarette.
Bè, è normale, non sapevi che fare!
Sì, ma è un lavoro di merda!
Calca di nuovo quella parola, come se volesse concentrarvi tutta la rabbia, la frustrazione, la delusione accumulate
negli anni in cui lha fatto.
Come hai avuto il permesso di soggiorno?
Dal 91 hanno messo il visto in Italia e in Spagna. In Francia cera già da 2 anni. Nell87
mi hanno preso e siccome ero senza lavoro fisso e senza casa mi hanno dato il foglio di via. Sono rimasto ancora
qualche mese, poi sono andato a Forlì perchè dicevano che lì davano ancora i visti. Appena hanno visto la mia
espulsione entro 24h, mentre io ero ancora lì da più di un mese, mi hanno preso immediatamente. Dopo qualche giorno
mi hanno portato dal giudice che ha capito i miei problemi. Mi ha permesso di sistemare alcune cose a Milano, poi
sono tornato da lui, mi hanno portato a Roma e lì con laereo mi hanno rimandato in Marocco.
E poi?
Poi sono stato in Spagna. Dopo un po ho saputo che in Italia davano il permesso a chi dimostrava di
stare lì da prima dell87. Sono andato lì con i documenti della mia espulsione: più prova di così! Da allora
ho il permesso, sono regolare. Era il 91.
Come mai non stai più a Milano?
Più comodo per il mio lavoro.
Che lavoro fai adesso?
Da due anni ho comprato un furgone, lavoro con quello, giro molto. Milano era troppo cara e avevo un affitto
che non sfruttavo mai
Come ti trovavi a Milano?
Bene, molto bene.
Non era un po chiusa la gente?
No, la gente capisce, è intelligente, pensa bene. Vede che lavori, no problem
Di dove sei in Marocco?
Vicino Casablanca. Sono stato 3 mesi là adesso. Mio padre è morto un mese fa.
Mi spiace...
Si rabbuia, corre col pensiero al padre e me ne parla parecchio. Sposto largomento sulla politica perchè si
sta intristendo troppo.
Gli arabi hanno fatto le cose giuste. Sono andati in Spagna, hanno lasciato un mare di monumenti e di altre
cose, poi se ne sono andati e non hanno lasciato nemmeno la lingua. Qui sono arrivati i francesi. Hanno lasciato
le strade e coshanno preso? Tutto! Hanno portato tutto nel loro paese. E tutti sanno il francese, era
obbligatorio.
Tralascio il fatto che gli arabi se ne siano andati perchè ci sono state molte guerre tra Marocco
e Spagna e gli arabi non erano certo contenti di abbandonare il regno El-Andalus, ma sul resto del discorso circa
il colonialismo, concordo. Tutti i colonialismi europei.
Muore un americano, un inglese o un francese, tutti ne parlano per giorni. Muoiono 100 arabi, a malapena
lo dicono. La colpa è tutta di Israele. Sono arrivati in Palestina. Hanno comprato la terra e poi li hanno cacciati.
Bush era un alcolizzato. Ora non può più toccare un goccio di alcol perchè ha fatto una cura, ma era alcolizzato,
molto malato. Bin Laden! Prima Bush fa gli affari con lui, poi diventa il diavolo e gli fa la guerra. Ma Bin
Laden chi è? È una persona...
Fatico a seguirlo. Si esprime in modo poco chiaro e parla a ruota libera. Ne ha per tutto e tutti.
Torno in camera per prendere il caricabatteria del cellulare. I tre ragazzi stanno ancora dormendo. Pazzesco.
Scrivo e leggo a fianco della reception, dove cè una presa di corrente.
Attacco bottone con un ragazzo che gioca con suo figlio. Ha un viso tagliente e gli occhi acuti, ma cattivi. Mi dà
limpressione di quelle persone di cui non puoi fidarti, pronte a rivoltarsi come serpenti anche se un secondo
prima ridevano con te.
Si lamenta della nave di merda, piccola e preda delle onde. Sua moglie è di sotto che sta male.
In effetti stavolta è unecatombe. Da ieri, a qualsiasi ora, cè qualcuno che sta male. Allandata,
quando il mare era molto peggio, non era andata così. Secondo me sono gli effetti deleteri del Ramadan, che tutti
si ostinano a fare, nonostante il Profeta abbia esplicitamente dispensato chi intraprende un lungo viaggio.
Chiedo lumi al mafiosetto che conferma il discorso del viaggio, ma poi si deve recuperare dopo! Il digiuno dura
un mese, non si scappa! Se per qualche motivo si saltano dei giorni, poi si deve pagare appena si può, anche a
Ramadan ufficialmente finito.
Poi digiunare da soli, quando tutti gli altri mangiano, è molto più difficile!
tu da quanti anni fai il Ramadan?
Da quando avevo 13/14 anni, ora ne ho 33.
Lhai sempre fatto?
Sì, a parte molti anni fa, quando ero giovane. Magari qualche giorno me ne fregavo e mangiavo, ma poi Allah
subito mi puniva!
Ovviamente quando si ha la coscienza sporca, qualsiasi evento negativo ci capiti, sappiamo già con certezza a quale
causa ascriverlo. Quindi anche lIslam conosce il potente meccanismo del senso di colpa, così diffuso nel
Cristianesimo.
Parliamo di lavoro.
Lavoro in una cooperativa. A volte non cè lavoro e resto a casa per una settimana, ma è meglio che lavorare
sotto padrone. Lì fai lo schiavo, ti sfruttano fino allultimo poi ti mandano via. Però ora nella cooperativa
non ho certezze.
Anche per noi ormai è così. Quando riesci ad avere un contratto è solo di pochi mesi, poi non si sa.
Insciallah!
Apprezza molto che io adoperi questa espressione, mostra di essere molto credente.
Non so come, il discorso finisce sullhashish, di cui si dice grande consumatore, ridendo.
Ti faccio una domanda. lo avverto.
Dimmi mi risponde.
Ho incontrato moltissime persone in Marocco che non bevono nemmeno una birra, che per me è una bevanda
leggerissima
Mi interrompe:
Anchio bevo, non è che non bevo. Però il Profeta ha detto: un po di alcol fa bene, troppo
fa male, allora tutto lalcol è vietato!
Mi ricorda molto la storia della carne di maiale raccontatami da Idriss al Cirque de Jaffair. Mi spiace molto avere
una conoscenza molto superficiale del Corano, grazie alla lettura di qualche sura fatta anni fa. Vorrei proprio
sapere dove vengono espressi questi concetti e da dove nascono i divieti. Divieti che trovo anche nel diario di
Potocki, quindi sono secoli che si tramandano invariati.
Quello che mi stupisce è unaltra cosa. Nessuno beve, ma molti si ammazzano di canne, che non fanno
certo bene.
È vero, ma lalcol ti rende aggressivo, quando sei ubriaco credi che puoi fare tutto e finisci per
ammazzare qualcuno. Con le canne no, ti rilassi e dormi.
È una spiegazione che fa acqua da tutte le parti, ma non insisto.
Finisce il digiuno e il mio amico scappa a mangiare. Insiste perchè vada con lui. Accetto. Al nostro tavolo siede un
suo amico. Iniziamo a parlare dellItalia e del Marocco. Lui commercia a Lecco lartigianato marocchino.
Ha una fabbrica a Taroudant e una a Marrakech. È sposato ma:
La moglie è in Italia, lamante in Marocco!
Mi mostra felice alcune foto fatte col cellulare.
Ma quante sono??
Tre! mi risponde sorridendo compiaciuto.
Quanti anni hanno?
Una 27, una 21 e una è molto piccola.
Piccola quanto?
Piccola, a volte ho paura di farle...
Lo interrompo:
16? 15? azzardo, puntando al ribasso.
Eh, non ancora...quasi.
È un uomo grande e grosso, molto più alto di me. E bravo il musulmano che fa il Ramadan perchè fa bene alla
salute!
Nel tardo pomeriggio torno in camera. La luce ora è accesa, ma i tre sono ancora qui che dormono. Laria è
irrespirabile, cè un caldo soffocante, ma non sembrano curarsene. Anche se stessero male, starebbero molto
meglio fuori di qui.
A cena, come sempre negli altri pasti, sono lunico avventore del ristorante. Arriva Abdel a farmi compagnia.
Parliamo ancora un po di lavoro e delle nostre vite.
I tuoi dove sono, a Roma o a Torino?
Roma.
Tutti?
No, mio fratello abita sul lago di Bracciano, a 40 km da Roma.
Casa sua o in affitto?
Mi viene da ridere al pensiero di mio fratello proprietario di una casa.
Affitto, non abbiamo molti soldi. I miei hanno comprato una casa dopo 40 anni di lavoro.
Non costa tanto prendere una casa, chiedi il credito! Mio fratello abita a Rennes, in Francia, è professore
di fisica alluniversità. Ha comprato una casa chiedendo il credito. Non è difficile.
Penso che anchio ci riuscirei se fossi professore universitario!
Mio fratello è arrivato in Marocco il giorno dopo che nostro padre è morto.
Mi ricorda i tristissimi giorni di quando morì mia nonna a Milano, alla quale ero e sono molto affezionato.
Tornando da uno dei miei viaggi estivi ero passato a trovarla. Non lavevo mai fatto prima, ma quella volta era
capitato e mi aveva fatto molto piacere. Stava male, ma sembrava stesse recuperando.
Poi il rapido peggioramento e la morte. Ricordo le lacrime di mia madre e la sua disperazione e la decisione di non
dirlo subito a mio padre per fare il viaggio con un po più di tranquillità. Ricordo la corsa in auto, inutile
fin dai suoi primi istanti. Poi, una volta lì, il dolore di mio padre nel sapere di essere arrivato troppo tardi.
È bruttissimo non essere presenti durante il trapasso di un proprio caro. Si vorrebbe dargli lultimo saluto,
un pezzetto di sè da portare via, nelleternità. Ma perso quel momento, si sa tragicamente che non ce ne sarà
più modo, nessunaltra possibilità.
Invece mio padre è morto mentre gli tenevo la mano, qui. e con un sorriso grato, profondo e tristissimo,
si porta la mano al petto.
Mio padre era buono, molto buono. Sono arrivate macchine da tutto il Marocco. Nemmeno io sapevo quanto gli
volevano bene. Mia madre invece è cattiva.
Perchè?
Perchè ce lha con mia moglie. e mi parla delle solite gelosie tra donne e chi porta via il figlio di
unaltra. Tutto il mondo è paese!
Le ore scorrono uguali, scandite dai pasti, dalle preghiere nella moschea e dalle chiacchierate con le persone
conosciute in nave.
Dopo cena incontro di nuovo il mafioso. Il discorso torna di nuovo sullhashish. Gli dò un pezzetto del mio,
tanto praticamente non lo fumo. Finalmente mi spiega cosè loil che mi hanno offerto in
moltissimi posti.
Si mette del kif, lerba marocchina, a macerare nellolio doliva per 4 mesi.
Quattro mesi?? penso, incredulo.
Loil ora è pronto, ne spalmi un po sulla sigaretta e leffetto è più potente della
marijuana!
Verso le 22 incontro di nuovo Abdel, ha comprato una stecca al duty free, mi regala un pacchetto.
Tutti continuano a chiedermi laccendino, ho la sensazione di essere lunico a bordo ad averlo.
Vado a dormire, trovando i tre, come al solito, a letto.
Torna allinizio
21-11-2003 Secondo giorno in traghetto; arrivo a Genova; fine del viaggio
Mi sveglio molte volte, alle 7 non ce la faccio più e mi alzo.
La nave è ancora più deserta di ieri. Al ristorante non cè nessuno. Dopo un po arriva il mafioso. Ha
una faccia di cui non mi fiderei nemmeno dopo anni. Si perde in miriadi di spiegazioni e di giustificazioni sul
perchè oggi romperà il digiuno.
Il mare è buono. Il cielo, come da molte ore a questa parte, è molto coperto, ma non piove.
Da quando siamo partiti, le onde vengono incontro alla nave, che le rompe perpendicolarmente. Ci ritroviamo quindi
a beccheggiare piuttosto che rollare.
La mattinata scorre tra lettura e scrittura. Ogni volta che torno in camera vedo qualcuno pregare nella moschea e
trovi i miei compagni di cella che dormono.
In coda per il pranzo trovo Roberto, un emiliano sposato con una marocchina, conosciuto ieri. È simpatico, ma è
una persona molto sciapa, mi dà limpressione di vivere come per caso.
Incontro anche un milanese incrociato già ieri, quando mi aveva chiesto:
Sei anche tu in moto?
Quellanche così enfatizzato voleva provocare una controdomanda che non cè stata. Oggi
rimedio alla mia mancanza e gli chiedo:
Quindi sei andato in Marocco in moto?
Sì, è la terza volta che ci vado! La prima ho fatto Milano - Casablanca via terra in 31 ore.
Lì per lì non so cosa dire, poi prorompo in uno spontaneo:
Perchè??
Sembra non sentirmi e prosegue:
Non mi sono mai fermato! 31 ore di seguito!
Perchè?, insisto.
Sembra non capire la mia domanda:
31 ore: cho messo troppo?
No, intendevo dire: perchè lhai fatto! 31 ore, senza mai fermarti...
Perchè mi piace andare in moto!
Contento lui...
La conversazione muore lì, ai suoi occhi non dò soddisfazione e lui ai miei non offre nulla di stimolante.
Domanda di rito:
Che moto hai?
Ninja settemmezzo! risponde fieramente.
Mi siedo al tavolo, dopo poco arriva Abdel.
Sempre a scrivere, eh?
Sì, mi piace molto. Magari un giorno scriverò un libro.
Fabio...
Sì, Fabio Bertoldi!
Fabio...
Continua a ripetere il nome, come per capire se davvero può diventare il nome di uno scrittore. Colgo la palla al
balzo e chiedo:
Senti, qual è il tuo nome, che non lo ricordo più?
Scoppia a ridere e mi fulmina:
Scrive, lui...cosa cazzo scrivi che non ti ricordi il mio nome! Non scrivi nulla!
Balbetto un:
Ma è difficile il tuo nome! Mi ricordo Abdel, ma lo so che non è quello!
Non mi risponde, prende il libro di Potocki e legge tutta la quarta di copertina, poi mi dice che il leone disegnato
in copertina è fatto con delle scritte arabe. Non ci avevo mai fatto caso!
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Poi scrive il mio nome e numero di telefono su un foglio:
Ti telefono tra qualche anno così mi dirai cosa hai fatto!
Me lo faccio scrivere sul mio quaderno e lì concede di nuovo il suo nome. Zahiri! Qui continuerò a chiamarlo Abdel.
Riprendiamo a parlare di politica. Ce lha grandemente con gli israeliani.
Hitler ha fatto bene!
Ha fatto bene ad ammazzare tutti quegli ebrei?
Sì, la dittatura è necessaria, non sempre va bene la democrazia.
Sullultima parte del discorso sono daccordo, sulla prima per nulla.
Dopo un po si alza e si siede Roberto. Pranziamo insieme. Mi racconta alcuni aneddoti di lui alle prese con la
famiglia di lei e viceversa. Mi fa ridere quando mi racconta che suo fratello cerca in ogni modo di farle mangiare
carne di maiale e che al loro matrimonio si è presentato con un maialino di campagna al guinzaglio e glielha
regalato.
Costeggiamo la Francia da molte ore, non vedo lora di arrivare.
Incredibilmente trovo i miei compagni svegli e arzilli, stanno preparando i bagagli. La notizia che siamo in
ritardo di almeno 2 ore li priva dello slancio vitale e crollano seduti sul letto. Quindi stanno bene! Sono solo
esauriti dal grande gioco collettivo chiamato Ramadan.
Sono le 16, manca poco allo sbarco. Torna Abdel per chiedermi se gli compilo il documento per la dogana. Scopro
così che, come hanno fatto diverse persone conosciute in Marocco, prima aveva scritto il cognome, Zahiri. Il suo
nome è Abdehlah! Mi consola sapere che avevo quasi indovinato. È del 60, ha 43 anni. Come molti suoi
connazionali, dimostra almeno 10 anni di più.
Mi raggiunge a prua mentre scrivo osservando il mare. Mi suggerisce:
Scrivi: il mare è una grande mucca!
Perchè una mucca?
Non vedi? Perchè dà il latte!
Indica le onde:
E tutti rubano il latte della mucca: i pesci e tutto il resto.
Si vede la terra, siamo tutti tesi come a voler accelerare la nave.
Ultimo rapido controllo dei passaporti in nave, col motociclista da 31 ore in pole position, poi lo sbarco.
Non ci sono quasi macchine nella pancia del traghetto, che partorisce senza il travaglio caotico dellandata.
Appena fuori, controllo antidroga con cani e alcuni poliziotti.
Dimmelo subito, hai qualcosa?
Sì.
Mi guarda.
Dai, nessun problema, dammi quello che hai.
Gli consegno il minuscolo pezzo di hashish che mi è rimasto.
Hai altro?
No.
Sicuro?
Sì.
Ci guardiamo.
Va bene, parcheggia lì, devo perquisirti.
Lo dice con un tono quasi di scuse. Parcheggio poco oltre e svuoto tasche e marsupio.
Purtroppo anche la moto...
Fate il vostro lavoro, sono tranquillo. Mi spiace solo per il tempo che impiegherò a rifare il bagaglio, ma è
un mese che lo monto e smonto!
Metto a terra lo zaino e gli altri bagagli. Passa il cane, eccitatissimo, che annusa tutto. Non noto nulla di
particolare, ma un piccolo segnale dellanimale da capire al poliziotto che forse cè dellaltro.
Apri questa tasca qui.
Ci sono dei rullini, che esamina uno ad uno, alcuni regali e la boccetta di olio di argan.
Cosè?
Olio di argan, è tipo olio di oliva.
Va bene.
Ispezionano a mano lo zainetto, tutto ok.
Va bene, ci servono ancora un paio di informazioni, ma è tutta roba che rimane da noi, stai tranquillo.
Mi chiedono alcuni dati sui miei genitori e su di me.
Hai cinque giorni di tempo per chiamare la prefettura di Genova, loro manderanno il tuo fascicolo a Roma e
lì verrai convocato dallassistente sociale.
OK, grazie, buonasera.
Rimonto il bagaglio e parto.
Code, cavalcavia, traffico, macchine che cambiano corsia per guadagnare un metro, clacson ,freddo, vento forte,
autostrada.
Vengo schiaffeggiato da forti raffiche che mi spostano come vogliono. Non riesco a guidare bene perchè nel traghetto
ho fatto uno sforzo che mi ha procurato un dolore fortissimo al petto, che dura ancora. Forse avevo una costola
incrinata dopo lincidente e ho finito di romperla. È un dolore sordo, continuo, ben localizzato.
I km passano, sono avvolto da una pioggia finissima, simile a nebbia che si trasforma in rovescio poco prima di
Torino. Ci sono 6 gradi, ho i piedi allagati: ormai gli stivali non tengono più.
Arrivo sotto casa di Manu, ho voglia di rivederla. Ho voglia anche del piccolo rito della foto come sempre al ritorno
da un viaggio.
Nuova doccia fredda, non vuole esserci.
Sistemati, trovati un tetto, poi ti raggiungo.
Ricevuto...
Vado nella mia nuova casa, per fortuna linquilino che ha occupato la mia stanza per 15 giorni e che mi ha
fatto risparmiare un po di soldi dellaffitto, se nè andato da una settimana. Ho un letto!
Smonto il bagaglio, parcheggio Zukki, è finita.
Dallo zaino scaturiscono, come da un altro mondo, una giacca di cammello, un caffetano, un turbante, minerali,
un quadro, sandali e babbucce in pelle, gioielli, un tappeto.
Mi sento davvero trasformato in una carovana in miniatura, riportando in luoghi freddi e lontani sogni esotici e
calore africano.
Mi guardo intorno.
Si schiudono i problemi di sempre, mi stavano aspettando.
Le questioni personali. La casa. Il lavoro.
Ma questa è unaltra storia.
INSCIALLAH!
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