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Agosto 1997 - Slovenia, Ungheria, Rep. Ceca

Tragitto seguito nell'Agosto 1997
Tragitto

Informazioni utili per l'Agosto 1997
Info utili

Diario di viaggio dell'Agosto 1997
Diario

 Diario di viaggio

In questa pagina parlo delle mie “avventure” e delle sensazioni provate durante il viaggio; inoltre, fornisco un po’ di consigli e di informazioni relative ai campeggi in cui ho dormito.

Buona lettura!

Prima di tutto riporto il chilometraggio di Nelìk!
 

Contachilometri alla partenza
55.237

Contachilometri all’arrivo
61.576

Chilometri percorsi 6.339

 

La vera storia . . . (cronaca del viaggio)

N.B. Cliccando sulle immagini inserite nel testo si aprono le foto più grandi. Tutti i prezzi riportati si riferiscono al 1997.

Quest’anno siamo partiti a fine luglio da casa di una mia amica a Bassano del Grappa, e siamo andati direttamente a Lubiana. Lungo la strada ci siamo fermati nelle magnifiche Grotte di Postumia (prezzo per gli studenti circa 10mila lire a persona) dentro le quali, a causa delle loro notevoli dimensioni, si gira a bordo di un piccolo treno, tranne nella parte finale che si gira a piedi. Molto vicino ad esse si trova il Castello di Predjama, in sloveno

Castello di Predjama, Slovenia

Castello di Predjama,
Slovenia
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Predjamski Grad, incastonato in una grotta e molto suggestivo.
Purtroppo, com’era ovvio, non abbiamo fatto in tempo a fermarci nè alle grotte di San Canziano (in sloveno Škocjanske jame), protette dall’Unicef, nè nell’oasi di Rakek.
A Lubiana ci siamo fermati nell’“Autocamp Jezica” (in tutto abbiamo pagato circa 21mila lire, e non ricordo affatto com’era il campeggio!), uno dei due campeggi di Lubiana. La città è molto carina, con un centro storico elegante e ben tenuto.
La Slovenia è un paese molto bello, le strade sono in genere in buono stato, e il paesaggio è bellissimo: collinoso e verdeggiante nella parte che abbiamo attraversato; in più è anche economico, dato che all’epoca del viaggio la benzina costava circa 1000 lire al litro, e la vita non è affatto cara.
Il giorno dopo siamo partiti alla volta dell’Ungheria, ed era previsto il passaggio in Croazia per dare una rapida occhiata a Zagabria. Purtroppo, per i soliti motivi di tempo la rapida occhiata si è trasformata in una breve sosta in un fast food nella periferia della città, quindi anche qui dovremo tornarci! In compenso abbiamo visto l’interno della Croazia, fatto di paesini poveri, ma dignitosi, in cui si possono vedere le classiche case di campagna: basse, col giardino delimitato da una piccola staccionata, e le galline e le oche che girano liberamente in strada. Anche il paesaggio è molto bello, e ci si ritrova a percorrere dei nastri di asfalto che si snodano in mezzo a colline verdissime. L’autostrada che parte da Zagabria è a pagamento, e la dogana che abbiamo passato, poichè è un accesso molto poco turistico, non è per niente segnalata.
Siamo arrivati a Pécs in serata, dopo aver penato un po’ per trovare il campeggio, di cui, peraltro, non trovo più la ricevuta. Ricordo solo che si trova all’interno di un bosco posizionato su una collina che domina la città, vicino all’antenna della televisione, e che c’era un vento formidabile! Pécs è una città molto bella, che offre diversi spunti interessanti, come la bellissima cattedrale (l’ingresso è a pagamento, ma siamo riusciti a intrufolarci insieme a un gruppo di turisti russi!), l’antica moschea (ingresso 500 lire), ormai cristianizzata, alcuni resti di un castello e le vie del centro storico, eleganti e ben tenute.
La mattina dopo siamo partiti alla volta del lago Balaton, detto “il mare d’Ungheria”

 

Panorama del Lago Balaton

 

Panorama del Lago Balaton
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per le sue notevoli dimensioni: è lungo più di 70 km.! Il lago è poco profondo, l’acqua è calda e ha un colore piuttosto curioso, anche se nella foto a fianco ho usato un filtro che ha accentuato il colore verde dell’acqua.
Per i soliti motivi di tempo non abbiamo fatto in tempo ad arrivare a Badacsonytomaj, sulla sponda nord del lago, ma ci siamo fermati tra Boglarlelle e Fonyod: infatti, la strada che costeggia il lago è molto trafficata. Purtroppo, per chi si ferma in campeggio c’è il problema della ferrovia, che in quasi tutto il perimetro del lago passa a ridosso della sponda. Noi siamo capitati nel campeggio “Siotour” (per 4 notti abbiamo pagato in tutto circa 52mila lire) che, come molti altri campeggi sul Balaton, è a ridosso della ferrovia, con tutto il rumore che ne consegue, e in più ha dei bagni pessimi, anche se lo spazio destinato alle tende è carino e c’è un supermercato ben fornito ed economico. Il consiglio che do è di andare in un campeggio posizionato all’interno: tanto c’è la ferrovia che impedisce di avere un posto “vista lago”, a meno che non vi piaccia l’“effetto terremoto” che provoca un treno in corsa a 10 metri dalla vostra tenda!
Tra le gite che abbiamo fatto, quella verso nord-ovest è stata la più bella: la chiesa di Jàc è interessante (ingresso 500 lire), Szombathely ha alcuni bei monumenti e Köszeg è una cittadina molto carina, piena di attrattive. In particolare, però, questo giro ci ha permesso di attraversare un po’ della “vera” Ungheria, tanto più che, tratti in inganno dal nome pressochè identico di due strade (abbiamo seguito la E71 che va verso la Croazia, invece della 71 che va a nord), siamo passati in strade piccolissime all’interno di paesi in cui credo proprio che non passino mai dei turisti, tanto meno singolari come possono essere due ragazzi in moto! Le strade ungheresi, per quello che ricordo, sono in genere in buono stato, larghe, e i guidatori locali sono molto corretti, e tengono le luci di posizione perennemente accese; la benzina verde costa circa 1400 lire al litro. In un altro giro siamo andati a Veszprém e Székesfehérvàr: sono entrambe due cittadine molto carine, eleganti e ben

 

Centro storico di Veszprém

Centro storico di Veszprém
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tenute, e la più bella, a mio giudizio, è Veszprém, che ha un’atmosfera d’altri tempi, complice un concerto di musica classica tenuto da un gruppo di bravissimi artisti di strada, in piena zona pedonale del centro storico, posizionato in cima ad una collina che domina il resto della città.
Dopo quattro giorni siamo partiti alla volta di Budapest, passando per la sponda nord del lago, che è più bella di quella in cui siamo stati noi. A Keszthely ci siamo fermati nel bellissimo Castello Festetics (lunedì chiuso, aperto dalle 10 alle 18, ingresso per studenti 3mila lire), un castello barocco dai sontuosi interni (notevole la biblioteca) e con dei giardini molto belli, e una vista incantevole sul lago. Proprio a Keszthely abbiamo avuto due incontri che avevo già messo in conto: uno con un cambiatore in nero, e l’altro con un tipo che si era innamorato dell’acceleratore della mia moto e non lo voleva mollare! In entrambi i casi è stata sufficiente una gentile richiesta di smetterla per farli allontanare.
L’autostrada che dal Balaton arriva fino a Budapest è gratuita, come tutte le autostrade ungheresi, e ha una pavimentazione, in alcuni tratti, un po’ “ballerina”. A Budapest ci siamo

 

Campeggio “Zugligeti Niche”, Budapest

Campeggio “Zugligeti Niche”,
Budapest
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fermati in un campeggio molto bello, lo “Zugligeti Niche Camping”, tenuto da alcuni ragazzi che parlano perfettamente l’inglese. Le piazzole destinate alle tende sono ben delimitate, c’è una notevole privacy, e in ogni piazzola c’è un tavolino con alcuni sedili: è tutto ricavato da tronchi tagliati a mestiere, e sono utilissimi nel caso che ci si fermi a mangiare in campeggio, col classico fornelletto. I bagni sono molto puliti, c’è un piccolo market poco fornito, e per 4 notti abbiamo pagato in tutto circa 80mila lire.
La città è bellissima, ha molti bei monumenti e panorami suggestivi, come quello che si ha dalla Cittadella: c’è l’ingresso a pagamento, ma se si va verso la chiusura, intorno alle 20 mi pare, non solo non si paga il biglietto, ma si ha l’occasione di ammirare, se il tempo lo permette, un tramonto fantastico sul Danubio, con tutti i monumenti della città che si

 

Budapest vista dalla Cittadella

 

Budapest vista dalla Cittadella
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illuminano, come lo splendido Ponte delle Catene, i Bastioni dei Pescatori, il Castello di Buda, il Parlamento ecc. ecc. Purtroppo, lo stato di conservazione generale della città non è dei migliori, i palazzi sono quasi sempre sporchi, e le strade sono in condizioni pietose. Peccato, perchè se ci si sofferma su un qualunque palazzo del centro, sicuramente si tratta di una costruzione magnifica, piena di ornamenti e decorazioni originali. Comunque, nel 1997 erano in atto molti restauri. La città di Budapest è divisa in due parti dal Danubio: Buda, la parte a ovest,

 

Panorama notturno della città dal ponte Margherita

Panorama notturno della città
dal ponte Margherita
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e Pest (nella foto Buda è a destra e Pest è a sinistra). A Buda si trovano il Castello, il relativo quartiere, i Bastioni dei Pescatori, la chiesa di San Mattia e altri suggestivi monumenti. A Pest, invece, si trova principalmente il centro attivo della città, pieno di locali notturni e ristoranti, anche se non mancano bellissimi

 

Panorama della città dal Castello reale di Buda

 

Panorama della città
dal Castello reale di Buda
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monumenti come il Parlamento (ingresso per studenti 3mila lire) e altre attrattive molto più sparse rispetto a Buda; tra queste è da vedere il curiosissimo castello Vajdahunyad, nei pressi della Piazza degli Eroi, che è un riassunto di tutti gli stili costruttivi ungheresi.
Da Budapest abbiamo fatto una sola gita nella cosiddetta “ansa del Danubio”, quindi sarà una buona scusa tornarci per andare nella famosa puszta, (53 KB)e a vedere altre città bellissime come Eger. La gita sull’ansa del Danubio è stata fantastica, e ha toccato dei centri davvero pittoreschi: Szentendre è un

 

Piazza principale di Szentendre

Piazza principale di Szentendre
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piccolo gioiello, con case basse e colorate e alcuni bei monumenti (qui abbiamo assaggiato la famosa, in Ungheria, “frittella di Szentendre”: in realtà si tratta di una pastella fritta sulla quale bisogna stare molto attenti a cosa ci mettono sopra, però è buona!); a Visegrad bisogna visitare assolutamente il castello costruito sulla collina che domina il paesino: da lì si gode un magnifico panorama sul Danubio; infine a Esztergom c’è una cattedrale imponente, che stride molto con le dimensioni delle case intorno.
Dopo quattro giorni abbiamo iniziato l’avvicinamento a Praga, e ci siamo fermati a Vienna, nel “Camping Sud” (abbiamo pagato in tutto 24mila lire), che aveva bagni non eccezionali, però metteva a disposizione un’ampia cucina e dei tavolini al coperto per mangiare. Per arrivare a Vienna abbiamo fatto una piccola deviazione per Fertöd, in cui c’è la cosiddetta “Versailles d’Ungheria” (ho scoperto che in tutte le nazioni c’è sempre una “Versailles”, che difficilmente riesce a competere con l’originale!), cioè il Palazzo Eszterhazy (lunedì chiuso, aperto dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 17, ingresso per gli studenti 1000 lire), molto bello e degno di una visita.
Da Vienna siamo andati verso Brno, che purtroppo non abbiamo fatto in tempo a visitare, così come abbiamo fatto tardi per visitare il vicino “Macocha”, un orrido molto suggestivo, inserito in una zona carsica ricca di grotte. Tra queste abbiamo visitato solo la grotta di Caterina (ingresso 600 lire), che offre alcuni spunti interessanti (come un pezzo del Nabucco di G.Verdi fatto ascoltare dalla guida per far apprezzare l’acustica perfetta della sala principale), però perde il confronto, per noi diretto, con le grotte di Postumia viste pochi giorni prima. In compenso la strada che arriva nella zona delle grotte è molto bella, anche se, in sella a una moderna CBR, ci si sente completamente fuori luogo. Da Brno abbiamo proseguito verso nord, invece di prendere l’autostrada diretta a Praga, con l’unico intento di non pagare il bollino annuale per le autostrade, del costo di circa 25mila lire. Come al solito, però, le strade poco battute dai turisti sono quelle più interessanti, e si ha l’occasione di vedere da vicino lo stile di vita della gente.
Siamo arrivati a Praga in serata, con l’enorme problema di non sapere esattamente dove ci trovavamo, dato che la cartina della guida verde del Touring è utile solo quando si gira a piedi nel centro, e senza avere idea di dove fossero i campeggi, dato che le indicazioni erano assenti, e tutti i centri di informazione turistica (ormai tutti privati) erano chiusi. Alla fine ci è venuto in soccorso una persona molto gentile (inizialmente avevamo capito che ci voleva affittare una camera in casa sua!) che, col Tuttocittà alla mano, ci ha indicato dove erano i campeggi segnalati dalla nostra guida. Fortunatamente mentre tornavamo in centro ci siamo fermati in un albergo che aveva anche un piccolo cento di informazioni, e lì abbiamo comprato una cartina della città. La zona più ricca di campeggi è il quartiere residenziale Troya: qui molti abitanti hanno riadattato i loro giardini a terreno di campeggio, mettendo a disposizione la propria abitazione per gli altri servizi. Il campeggio nel quale siamo andati era molto carino, tenuto da una vecchietta simpatica e gentile, che faceva piantare le tende in mezzo ai suoi alberi da frutta! Il prezzo era molto basso, c’era la cucina (comprese pentole e fornelli!) e il tinello a disposizione degli ospiti, ma purtroppo il bagno era uno solo, quindi bisognava fare i turni; con i nostri orari, però, non abbiamo mai avuto problemi, dato che alle 11, quando ci alzavamo, il bagno era sempre libero! Comunque, abbiamo visto che a Troya altre persone si sono organizzate meglio, mettendo molti bagni, e in un caso anche un minimarket.
Praga è una città meravigliosa, sicuramente tra le più belle d’Europa e, personalmente, compete e forse vince con Parigi, l’altra città che mi è rimasta nel cuore. Infatti, oltre ad offrire numerose attrattive, tutte di altissimo livello, vi si respira una atmosfera incredibile, direi “familiare”, dato che ti senti subito a tuo agio e rilassato. La città va girata a piedi, con calma, passando in tutti i vicoli possibili, dato che in ognuno c’è sempre qualcosa di curioso e interessante.
Il giro classico inizia da Piazza San Venceslao, va verso la Torre delle Polveri, passa

 
 

Orologio astronomico

 

Orologio astronomico
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Ponte Carlo

Ponte Carlo
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Notturna del Ponte Carlo

Notturna del Ponte Carlo
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Piazza Staromestske, vista dalla torre del Municipio

 

Piazza Staromestske, vista
dalla torre del Municipio
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Torre del Municipio

 

Torre del Municipio
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Belvedere (sullo sfondo il Castello di Praga)

 

Belvedere (sullo sfondo il
Castello di Praga)
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nella Città Vecchia (in ceco Staré Mesto) arrivando nella splendida Piazza della Città Vecchia (in ceco Staromestske Namesti), nella quale si trova il famoso orologio astronomico, arriva al Ponte Carlo, e si arrampica sulla collina dove si trova il quartiere del castello (Hradcany, l’ingresso al castello per gli studenti costa 3mila lire). Tutti questi posti sono imperdibili, e consiglio di andare anche al Belvedere (senza entrarci, perchè non c’è assolutamente nulla da vedere!) per ammirare la vista che si ha sulla città; di visitare Loreta (ingresso per gli studenti 1500 lire) e il monastero dei Premonstratensi (in ceco Klašter Premonstratu na Strahové, ingresso circa 1200 lire), che sono nel quartiere del castello: a Loreta si possono ammirare degli ostensori preziosissimi, e nel monastero si possono vedere due tra le più belle biblioteche che abbia mai visto! In più, dal monastero si può fare un giro bellissimo scendendo dalla collina del castello ammirando un panorama fantastico sulla città, con la soddisfazione di passare in posti poco battuti dalla folla dei turisti, che ormai assediano Praga in ogni stagione. Nella zona della città vecchia c’è il bellissimo quartiere ebreo; però, per poter visitare la sinagoga più antica, l’incredibile cimitero e altre sinagoghe minori bisogna pagare un biglietto salatissimo, quasi 20mila lire a persona, per gli studenti, e tutti gli altri servizi, come le toilettes, costano il triplo che nel resto della città!
Nella zona più a sud della città si può vedere il bel castello, in rovina (praticamente inesistente, a parte le mura) di Višehrad, nel cui cimitero sono sepolti molti personaggi storici cechi, come i musicisti Dvorak e Smetana, lo scrittore Neruda e molti altri; in più, anche da qui, si gode un bel panorama sul resto della città.
L’unico peggioramento che ho notato, essendo la terza volta che torno a Praga, è che l’amministrazione della città sta cercando di darle un aspetto “rassicurante”, cercando di limitare il più possibile tutte quelle fantastiche rappresentazioni che facevano i ragazzi provenienti da tutta Europa. Ad esempio, era tradizione passare la notte suonando e cantando sul Ponte Carlo, ma quest’anno, con mio immenso dispiacere, abbiamo visto che dopo le 23 era vietato qualunque spettacolo, improvvisato e non, e a far rispettare questo divieto c’erano alcuni agenti in borghese.
Da Praga abbiamo fatto delle gite bellissime. Nella prima siamo andati a Zbraslav e al castello di Karlštejn. Purtroppo, nel 1997 la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia sono state colpite da alcune inondazioni; se in Ungheria ci siamo limitati a vedere diversi allagamenti, in Repubblica Ceca, per quello che abbiamo visto, i danni sono stati più ingenti. Uno dei ponti crollati era proprio quello che attraversa la Moldava e che permette di raggiungere rapidamente Zbraslav. Arrivati sul luogo e vista l’impossibilità di attraversare il fiume in quel punto, abbiamo deciso di proseguire più a sud per trovare un altro ponte, e così ci siamo infilati, per l’ennesima volta, nelle strade meno battute dai turisti di tutta la Repubblica Ceca! A un certo punto ci siamo fermati da un tizio che aveva una casa sul fiume per chiedere informazioni e quello, dopo aver capito il problema, si è offerto di traghettarci dall’altra parte del fiume sopra una piccola chiatta, in cui entrava a malapena la moto! Dopo aver visto, nella mia immaginazione, Nelik che si inabissava nelle nere acque del fiume, abbiamo gentilmente declinato l’offerta, e ci siamo fatti indicare la strada per arrivare a un secondo ponte, che si è rivelato essere molto lontano. Dopo tutta questa fatica abbiamo scoperto che il castello di Zbraslav era in restauro e non si poteva visitare! Da lì abbiamo proseguito verso Karlštejn, subendo continue deviazioni a causa di alcune strade distrutte dall’inondazione. Il castello è costruito in cima a una ripida e alta collina, sulla quale bisogna arrampicarsi a piedi, dato che la strada è chiusa al traffico, però la bellezza del castello e del panorama che si ammira ripagano degli sforzi. La visita costa circa 3mila lire a persona e c’è la guida in italiano.
In un’altra gita siamo andati a Kutná Hora, Nove Mesto nad Metují, Náchod e a Kuks. La prima città è molto bella, e nella piazza principale ci siamo fermati a parlare con un mio concittadino che ha aperto un bar da qualche anno, in cui tiene una gigantografia di Piazza Navona innevata: qui abbiamo avuto l’occasione di bere un vero caffè! Nove Mesto nad Metují è una città davvero graziosa, con un castello interessante, che intorno ha un giardino molto originale e bello. Da Náchod siamo solo passati, dando un’occhiata dall’esterno al castello che domina la cittadina dall’alto di una collina, e alla fine della giornata siamo arrivati a Kuks, che si è rivelata una piacevole sorpresa. Non è per niente segnalata, e la strada in rifacimento mi ha costretto a fare il solito pezzo di sterrato a cui ormai Nelik non sa rinunciare! Il posto è molto suggestivo, e offre una carrellata di statue bellissime, con le virtù da una parte e i vizi capitali dall’altra. Purtroppo la chiesa era ormai chiusa, così come il relativo ex ospedale. Nelle vicinanze c’è Betlém, un bosco nel quale si trovano numerose statue, simile all’italiano “Giardino dei Mostri” di Bomarzo, nei pressi di Viterbo.
Purtroppo, l’ultima gita prevista è stata boicottata da Emanuela, che preferiva rimanere a Praga: è un’ottima scusa per tornarci!
Da Praga abbiamo iniziato il rientro, e ci siamo diretti a sud, in Boemia, fermandoci a Trebon. Lungo la strada siamo incorsi in due spiacevoli incidenti: prima due giovani al volante di un’auto, a Praga, hanno cercato di investirci, e ci sono quasi riusciti, tutto a causa di un mio colpo di clacson dopo che mi avevano tagliato la strada; e il secondo con la polizia, pronti a fermare chiunque abbia un veicolo straniero. Infatti, ho commesso l’imprudenza di fare 15 km. di autostrada senza avere il famoso bollino. Sotto al cartello “1000 metri” dall’uscita che ci interessava siamo stati fermati da una pattuglia, con la quale è iniziata una lunga opera di convincimento in una specie di esperanto, fatto di inglese, italiano e gesti. Alla fine hanno deciso di lasciarci andare senza farci la salata multa, ma dopo aver preso tutto quello che avevamo nel portafogli (che erano, guarda caso, circa 25mila lire, cioè il costo del bollino), lasciandoci senza una corona in tasca, di domenica per di più! Per fortuna lungo la strada siamo arrivati in un posto che aveva il cambio.
La zona di Trebon è piena di stagni, e quindi nel campeggio ogni sera c’era un’invasione di zanzare che, contrariamente a quelle che ho incontrato nel 1998 a Valladolid, pungevano senza sosta! La cittadina è molto bella, e va sicuramente visitata meglio di come abbiamo fatto noi.
Da Trebon abbiamo fatto due gite bellissime. Nella prima siamo andati a Telc, una

 

Piazza principale di Telc

Piazza principale di Telc
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Patricolare di una statua nella piazza principale di Telc

Particolare di una statua nella
piazza principale di Telc
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cittadina fantastica, e Trebic, che è piuttosto anonima, passando da Jindrichuv Hradec, che ha un centro storico molto carino. A Telc va visitato assolutamente il castello (protetto dall’Unesco), in entrambe le sue sezioni, quindi bisogna fare due biglietti del prezzo di 1200 lire ciascuno. Nell’altra gita siamo andati a Ceský Krumlov, altra città imperdibile, passando da Ceské Budejovice, che ha una bella piazza centrale ed è la patria della buonissima birra Budweiser, e da Hluboká nad Vltavou, in cui c’è un bel castello sullo stile di quelli anglosassoni.
Dovendo descrivere la Repubblica Ceca con l’occhio del guidatore, posso dire che i cechi non sono molto corretti al volante, le strade sono generalmente in cattive condizioni, con un asfalto vecchio che spesso presenta i classici solchi provocati dai camion; la benzina verde costa circa 1300 lire al litro.
Dopo Trebon siamo partiti alla volta di Norimberga, e della “civile” Germania. Norimberga è una bella città, elegante e ben tenuta, come tutta la Germania, ed ha un campeggio che è bello, pulito ecc. ecc., col problema che è un campo di concentramento! Intanto si deve spingere la moto perchè, solo alle moto, è vietata la circolazione col motore acceso, a qualunque ora del giorno, e spingere una moto stracarica di bagagli non è mai una bella esperienza, soprattutto alla fine di una giornata passata in sella, e in più è anche pericoloso spingerla; il tutto mentre ti intossicano passandoti accanto i rumorosissimi camper! In più, dopo le 23 (o forse addirittura le 22!) non si può uscire dal campeggio nemmeno spingendo la moto; insieme a noi c’erano dei ragazzi veneti ai quali i civilissimi tedeschi avevano tolto tutti i soldi per una multa, che dovevano andare a mangiare, e non hanno più potuto farlo! Alle nostre proteste, il civilissimo guardiano ha detto che, per quello che gli importava, potevamo anche non tornare più. Vi consiglio caldamente di non andare mai in quel campeggio (a Norimberga c’è solo quello, nel Volkspark Dutzendteich).
In Germania abbiamo ricominciato a vedere parecchi motociclisti, e la cosa ci ha fatto piacere, e per un buon pezzo di strada verso Füssen siamo rimasti in un gruppo ben nutrito! Dopo essere passati per Monaco, città che mi ha lasciato piuttosto indifferente, siamo arrivati fino a Schwangau, dove abbiamo campeggiato nel “Camping-platz Bannwaldsee” (32mila lire al giorno), sul lago Forggen. Il campeggio aveva dei bellissimi bagni, e questa è la cosa più importante, però non aveva piazzole delimitate, ed eravamo buttati uno sull’altro. Purtroppo, questa zona in estate è sovraffollata, e abbiamo trovato posto solo lì. La prima notte abbiamo avuto un altro incidente con i civili tedeschi: a seguito di una congestione, durante la notte mi sono alzato 3/4 volte per andare in bagno, badando comunque a non fare rumore, e il mattino dopo ci siamo accorti che un ignoto aveva gettato le mie ciabatte in mezzo a un canneto sulla riva del lago.
A parte questi episodi il luogo è fantastico, e i castelli di Re Ludwig sono meravigliosi,

 

Castello di Neuschwanstein

 

Castello di Neuschwanstein
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ciascuno per diversi aspetti, e conviene visitarli tutti e tre: Hohenschwangau è quello in cui Ludwig è cresciuto, e mantiene l’aspetto “familiare”, anche se è un castello ricchissimo; Neuschwanstein è il castello più famoso, rispreso dalla Walt Disney per ambientarci dei cartoni animati, ed è il vero e unico castello delle fiabe, esattamente come uno se lo immagina; infine c’è il castello di Linderhof, quello preferito dal re, e in cui passava più tempo, e se ne capisce anche la ragione, dato che è un gioiellino, attorno al quale si stende un giardino fantastico, in cui c’è anche una grotta artificiale fatta costruire dal re per fare delle rappresentazioni teatrali nel piccolo lago ricavato all’interno, in cui amava navigare stando a bordo di una barchetta a forma di cigno! I biglietti, rispettivamente, costano 7mila, 7mila e 6mila lire, sempre per studenti; in più sotto ai primi due castelli bisogna mettere la moto in un parcheggio che costa 3mila lire.

Riassumendo, anche in questo viaggio ho rinnovato l’amore che ho per i paesi dell’Est europeo, dove senz’altro ci sono persone più “vere”, amichevoli e sempre gentili; in più questi posti offrono bellezze sempre stupefacenti! L’unico problema che c’è, di poco conto, riguarda lo stato delle strade, non sempre perfetto, mentre per il rifornimento non ho mai avuto grossi problemi. Per il resto, l’Ungheria e la Repubblica Ceca sono due nazioni tutte da scoprire, evitando di farsi fermare da luoghi comuni, che in questi paesi sono del tutto fuori luogo, sulla sicurezza personale, nè di fermarsi nelle “solite” mete di Praga e Budapest, poichè entrambi i paesi sono ricchissimi di risorse turistiche che vale la pena scoprire.

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