|
|
Guida pratica
Di seguito sono elencate, in ordine alfabetico, le nazioni che ho attraversato nel mio itinerario.
Per ciascuna di esse ho inserito le informazioni
di carattere pratico per chi volesse a sua volta realizzare il viaggio, in modo
tale da sapere fin dall’inizio cosa ci si deve aspettare. Quindi gli argomenti
trattati vanno dalle caratteristiche delle strade attraversate, al comportamento della polizia, al
reperimento della benzina, ecc.
N.B. ricordo che queste informazioni cOMPLETANO
quelle della pagina Informazioni Utili. Qui non
parlerò dei visti, dei documenti necessari, delle ambasciate e di tutti gli
altri temi già affrontati nelle Informazioni Utili, ma
soltanto dei temi che sulle guide generalmente non si leggono o si
affrontano superficialmente se non erroneamente.
Vediamo qualche punto comune a tutti i Paesi attraversati.
Sicurezza personale: sono paesi ospitali in modi fuori dalla nostra
immaginazione occidentale. Non c’è nulla di cui preoccuparsi. Naturalmente
NON va annullato il giudizio critico, ma è difficile infilarsi o
ritrovarsi in situazioni pericolose.
Sicurezza dei mezzi: come sopra. Nessun problema. Ci sono persone che hanno
anche altri pensieri oltre alle nostre moto.
Soldi e carte di credito: è ormai abbastanza diffusa la possibilità di
ritirare contante presso le banche con la carta di credito. A volte è
possibile avere i dollari piuttosto che la moneta locale. I contanti comunque
sono fondamentali e vanno sempre e comunque portati. Il dollaro è
universalmente amato e a volte è l’unica moneta accettata (scordatevi i
marchi: in Asia Centrale non sanno nemmeno cosa sono... probabilmente l’Euro
farà la stessa fine).
Sommario delle schede informative:
Austria
Ungheria
Romania
Moldavia
Ucraina
Russia
Kazakistan
Uzbekistan
Turkmenistan
Iran
Turchia
Grecia
Austria
|
|
Bollino autostradale valido per 60 giorni L.14.000
Caratteristiche persone: sono estremamente cortesi, ma l’inglese non è così
diffuso come si è portati a pensare. La solidarietà tra motociclisti è un
concetto concreto e in caso di necessità basta chiedere a un motociclista del
luogo per avere il problema quasi sicuramente risolto.
Strade attraversate: ottime, sia come condizioni che come segnaletica. L’autostrada A2, nel tratto tra Klagenfurt e Graz in alcuni punti è stretta e
tortuosa, spesso con lavori in corso, ma il resto della rete stradale austriaca
è ottima.
Modo di guidare: estremamente corretto, soprattutto nei confronti delle
moto. Hanno atteggiamenti sconosciuti in Italia: se vedono un motociclista
non cercano di stringere o allargare per non fare superare, bensì si
mettono in modo di agevolare il sorpasso senza essere di intralcio o
pericolo. Magari gli automobilisti italiani fossero come loro!!! La nota a
mio avviso stonata è che, essendo *estremamente* precisi, qualsiasi
manovra che fuoriesca anche di poco da quello che loro si aspettano,
spesso viene accolto con colpi di clacson e altre intolleranze di questo
tipo. A volte ho la sensazione che stiano aspettando di cogliere qualcuno
in fallo per “cazziarlo” per bene!
Benzina: è di qualità ottima, in diversi tipi. C’è solo la verde, con
differenti numeri di ottani (dal 91 mi pare fino ai 98 ottani). Costa meno
che in Italia. Sull’autostrada le aree di servizio non sono molto
frequenti, capita anche di fare percorrere 60 e più km senza incontrarne una.
Meccanici e gommisti: i meccanici per moto non sono così comuni come da
noi. Ho avuto modo nel 2000 di sperimentarlo sulla mia pelle a Vienna. Si
trovavano solo le assistenze autorizzate, mentre non ho praticamente mai
visto le officine piccole, private che si vedono in Italia. Fortunatamente
alla fine riuscii a risolvere il problema in una grandissima officina
specializzata in elaborazioni. Per quanto riguarda i gommisti sono
piuttosto diffusi.
Condizioni igieniche: ottime.
Cellulari, foto, ecc: nessun problema, il cellulare prende benissimo, non
ci sono problemi a fare foto/video in nessun posto. La disponibilità di
rullini, pile e accessori vari è ottima.
Poliziotti: non mi hanno mai fermato, ma ho diversi amici che sono
incappati nella rete della polizia stradale e hanno beccato multe
salatissime per piccole infrazioni. Sono molto severi e poco inclini al “perdono”.
Clima: in estate è simile a quello italiano. Può fare caldissimo, ma nel
caso il tempo diventi nuvoloso, la temperatura si abbassa rapidamente.
|
Torna al sommario
Ungheria
|
|
Bollino autostradale valido per 60 giorni L.14.000
Caratteristiche persone: molto ospitali. Le lingue estere non sono molto
diffuse: la prevalenza è per il tedesco, mentre l’inglese è diffuso tra gli
operatori del turismo e i giovani.
Strade attraversate: ottime, anche come segnaletica, sia orizzontale, sia verticale.
Modo di guidare: molto corretti. Le luci sono obbligatorie anche di giorno, per
tutti. Sono rispettosi delle moto.
Benzina: bellissimi benzinai, più belli dei nostri e più forniti. Sono molto frequenti.
Meccanici e gommisti: non è difficile trovarne uno anche nel paesino più piccolo.
Condizioni igieniche: ottime, si può bere tranquillamente l’acqua del
rubinetto e mangiare tutto quello che viene offerto senza la minima preoccupazione.
Cellulari, foto, ecc: i cellulari prendono senza problemi, e si trova
tutto il materiale foto/ottico/cinematografico, compresi gli accessori.
Alimentazione: goulash! Ma anche dolci, vino e tante altre cose, la cucina
ungherese è piuttosto varia e sporita.
Doganieri: sono corretti e veloci, in genere in meno di mezz’ora si è
dentro (ma per colpa della fila, altrimenti ilcontrollo dei documenti vero
e proprio avviene in 3 minuti al massimo). Nessun documento da fare in
frontiera, a meno del bollino autostradale, copiato dagli austriaci.
Soltanto che qui ci sono i caselli, per cui è IMPOSSIBILE farla franca!
Poliziotti: come in Italia, cioè è difficile trovare un posto di blocco
e in ogni caso sono molto corretti, sempre che non siate in
contravvenzione.
Clima: continentale. Può fare caldissimo, anche 40 gradi, ma se si copre,
la temperatura crolla nel giro di una giornata, anche a 15 gradi.
|
Torna al sommario
Romania
|
|
Caratteristiche persone: ospitali. A volte sono un po’ invadenti, ma è
comprensibile perchè non ci sono molte moto moderne. Le lingue estere sono poco
diffuse, ma si può provare a parlare lentamente in italiano, infatti diverse
parole sono in comune, la radice linguistica la stessa. Ho sentito storie di
persone che sono state in Romania in cui erano letteralmente assaliti dai
ragazzini. A noi non è mai successo, anzi! I pochi ragazzini che ci sono venuti
intorno in una occasione ci hanno dato un grande aiuto a trovare un albergo in piena notte.
Strade attraversate: la Romania ha la fama di avere delle strade pessime. Ci
sono andato quest’anno per la prima volta e ho notato che molte strade sono in
rifacimento. Queste ultime sono buone, mentre quelle non rifatte effettivamente
sono piuttosto brutte, piene di buche, avvallamenti, crepe, ecc. Il vero
pericolo è rappresentato dai mezzi più incredibili che circolano sulle stade
rumene (camion giganteschi, carretti privi di illuminazione, che di notte sono
assolutametne INVISIBILI!) e dagli animali. Si possono trovare interi greggi e
mandrie che pascolano in mezzo alla strada!
Modo di guidare: sostanzialmente corretto.
Benzina: la frequenza dei distributori è discreta, non ci sono mai grossi
problemi. Anche la benzina è di buona qualità.
Meccanici e gommisti: è un po’ difficile trovarli, ma in genere un’officina tuttofare si trova sempre.
Condizioni igieniche: non sono granchè. È sconsigliato bere l’acqua del
rubinetto, mentre per tutto il resto non ci sono grandi problemi, si può
mangiare più o meno tutto, compresa frutta e verdura fresche.
Cellulari, foto, ecc: il cellulare prende, mentre per l’attrezzatura
fotografica potrebbero esserci dei problemi a trovare i rullini. Per i ricambi
particolari degli apparati foto/cinematografici la vedo piuttosto dura...
comprese anche le semplici pile di alimentazione.
Doganieri: le dogane sono piuttosto rapide, in mezz’ora (sempre calcolando il
tempo della fila di macchine, perchè i controlli dei documenti avvengono molto
più rapidamente) si è dentro il Paese. I doganieri sono corretti.
Poliziotti: le pattuglie sono abbastanza frequenti, anche se non ci hanno MAI
fermato. Anche in questo caso avevo sentito le solite storie di corruzione,
problemi e quant’altro, ma è stata anche stavolta smentita, almeno dalla ma
esperienza.
Clima: continentale. Può fare molto caldo, ma se diventa nuvoloso la
temperatura cala molto. In montagna (zona della Transilvania) la notte fa
piuttosto fresco, anche in estate.
Registrazione dei visti: da febbraio 2001 il visto d’ingresso non è più
richiesto per i cittadini italiani.
Avvertenze particolari: attenzione ai molti cani randagi. Non dovrebbero essere
pericolosi per l’uomo, ma è meglio evitare i branchi.
|
Torna al sommario
Moldavia
|
|
Caratteristiche persone: molto ospitali e per nulla invadenti. Sono arrivati a
chiwederci il permesso di *guardare* le moto! Le lingue straniere non sono
affatto conosciute, tranne il russo che è compreso da tutti. L’alfabeto è
tornato latino, dopo aver avuto quello cirillico per decenni. La lingua
ufficiale, il moldavo, è molto simile al rumeno, per cui si può ancora a provare a parlare italiano per farsi capire.
Strade attraversate: sono piuttosto buone, non ci sono particolari problemi.
modo di guidare: corretti. Le moto non sono riverite, sono considerate alla
stregua degli altri veicoli. Non vi aspettate che vi diano la precedenza soltanto perchè siete in moto!
Benzina: la frequenza è discreta, mentre il tipo è esattamente quello
sovietico. In pratica funziona così: sono benzinai self-service in cui PRIMA di
paga la benzina, e POI si fa rifornimento. Il pagamento è praticolare, nel
senso che si deve chiedere il NUMERO DI LITRI desiderati, e NON la cifra che si
vuole mettere. Quindi, invece di dire “vorrei 20mila a 95 ottani”, si
deve chiedere “Vorrei 10 litri della 95 ottani, quanto le devo?”.
Meccanici e gommisti: non sono molto frequenti, diciamo uno ogni 20 anche 30
km. Probabilmente ogni paesino ha il suo meccanico, ma non è affatto detto.
Condizioni igieniche: non eccezionali, ma nemmeno preoccupanti. Non bere l’acqua del rubinetto.
Cellulari, foto, ecc: il cellulare prende, mentre per l’attrezzatura
fotografica potrebbero esserci dei problemi a trovare i rullini. Per i ricambi
particolari degli apparati foto/cinematografici la vedo piuttosto dura...
comprese anche le semplici pile di alimentazione.
Alimentazione: tipicamente alla russa. Zuppe, carne di montone e maiale, ukrop
(una specie di prezzemolo) dappertutto!
Doganieri: l’ingresso dalla Romania è stato abbastanza rapido, nel giro di
un’ora (stavolta soltanto di controlli e compilazione di moduli, senza fila
perchè eravamo gli unici ad entrare) siamo entrati. Occorre pagare una tassa “ecologica” di poche migliaia di lire. Qui inizia la trafila dei
moduli da compilare, delle dichiarazioni da fare in cui si precisa la valuta
estera posseduta e altri beni. Va conservata fino all’uscita dal Paese, quando
verrà richiesta. L’uscita dalla Moldavia invece ha avuto tutto un altro iter,
ma rimando all’ultimo punto Avvertenze particolari
poco più sotto.
Poliziotti: permane la struttura di controllo dell’Unione Sovietica. Torrette
permanenti di polizia, blocchi all’ingresso dei paesi più grandi. Però sono
molto cortesi e una volta che eravamo in contravvenzione ci hanno lasciato
andare senza problemi.
Clima: continentale. Può fare molto caldo, ma se diventa nuvoloso la
temperatura cala molto.
Registrazione dei visti: non so dire, non abbiamo dormito in Moldavia.
Avvertenze particolari: esiste una zona in Moldavia
che da alcuni anni si è dichiarata indipendente dal resto della Repubblica. Si
chiama Pridnistroskaja Respublica Moldavskaja, da noi ribattezzata Repubblica
delle Banane per l’assurdità della situazione. In pratica è posizionata lungo
una striscia sottilissima che va da nord a sud del Paese, stretta tra il fiume
Dnistr e l’Ucraina. Si sono dichiarati indipendenti e sono del tutto rimasti
fermi all’Unione Sovietica, anche come simbologia lungo le strade e sui
documenti. Hanno istituito dei posti di blocco all’ingresso della loro sedicente
repubblica autonoma richiedendo il pagamento di un visto di ingresso, perchè
quello che abbiamo è per la Moldavia, ma loro NON sono la Moldavia!!! In
pratica è la prima delle richieste di pizzo che verranno fatte lungo tutto l’arco della repubblica dai frequentissimi posti di blocco della fastidiosissima
polizia. I nomi delle città spesso sono diversi da quelli riportati sulle
cartine, perchè è vero che sono ufficialmente cambiati sopo lo scioglimento
dell’URSSS, ma è anche vero che loro li hanno mantenuti invariati! All’uscita
dalla PRM/Moldavia, viene richiesto il pagamento di una assicurazione per il
veicolo (quando ormai è del tutto inutile per due motivi: primo, perchè quella
che fanno formalmente ha lo stesso valore di un rettangolo di carta igienica, e
secondo, anche se fosse, è inutile farla quando ormai siamo a 100 metri dall’Ucraina!). Infatti dicono che la Carta Verde vale in Moldavia, ma loro NON
sono la Moldavia!! I doganieri della PRM/Moldavia sono fastidiosi quasi quanto i
loro colleghi ucraini, di cui parlerò nel prossimo punto.
|
Torna al sommario
Ucraina
|
|
Caratteristiche persone: sono ospitali, ma meno espansivi rispetto ai Paesi
elencati finora. Non sono affatto invadenti e le lingue estere conosciute si
riducono al solo russo. Pochi giovani parlano inglese.
Strade attraversate: quest’anno ho notato una grande differenza rispetto all’anno scorso. Nel 2000 ho fatto il nord
dell’Ucraina e le strade erano
pessime: molte buche, rovinate, senza segnaletica orizzontale. Nel sud invece,
fatto quest’anno, le strade erano decenti. I veicoli circolanti sono di tutti i
tipi, compresi i carretti trainati da cavalli, ma non sono percilosi.Diffusi i
sidecar, ma è inutile salutare, è un’usanza sconosciuta da quelle parti.
Modo di guidare: abbastanza corretto, non fanno infrazioni, ma non tengono
molto in conto il fatto che siamo in moto. Ci trattano come tutti gli altri veicoli.
Benzina: la frequenza è discreta (tranne nel nord del Paese dove non ce ne
sono molti, e lo scorso anno mi è capitato alcune volte di arrivare in
benzinai che avevano finito le scorte), mentre il tipo è esattamente quello
sovietico. In pratica funziona così: sono benzinai self-service in cui PRIMA di
paga la benzina, e POI si fa rifornimento. Il pagamento è praticolare, nel
senso che si deve chiedere il NUMERO DI LITRI desiderati, e NON la cifra che si
vuole mettere. Quindi, invece di dire “vorrei 20mila a 95 ottani”, si
deve chiedere “Vorrei 10 litri della 95 ottani, quanto le devo?”.
Meccanici e gommisti: non sono molto frequenti, diciamo uno ogni 20 anche 30
km. Probabilmente ogni paesino ha il suo meccanico, ma non è affatto detto.
Condizioni igieniche: non eccezionali, ma nemmeno preoccupanti. Non bere l’acqua del rubinetto.
Cellulari, foto, ecc: il cellulare prende, mentre per l’attrezzatura
fotografica potrebbero esserci dei problemi a trovare i rullini. Per i ricambi
particolari degli apparati foto/cinematografici la vedo piuttosto dura...
comprese anche le semplici pile di alimentazione.
Alimentazione tipicamente alla russa. Zuppe, carne di montone e maiale, ukrop
(una specie di prezzemolo) dappertutto!
Doganieri: dopo aver girato 10 delle 15 repubbliche dell’ex-URSS posso dire che
finora i doganieri ucraini sono i PEGGIORI. Hanno dei tempi di attesa biblici
(anche 4/5 ore per passare la frontiera), spesso chiedono soldi o se va bene dei
souvenir “in natura”, come coltellini, torce, ecc. Fanno compilare un’infinità di moduli e
“declarazie” e si deve obbligatoriamente
stipulare una assicurazione sanitaria. Mettono a dura prova la pazienza di
chiunque con le loro richieste di denaro. Fino a oggi non gli ho mai dato 1 dollaro, devono morì!!
Poliziotti: sono frequentissimi e fastidiosi peggio delle moshe e delle
zanzare! Contestano anche infrazioni inesistenti chiedendo multe di cifre folli,
fino a scendere all’equivalente di 6/7mila lire dopo lunghe discussioni.
Clima: continentale. Può fare molto caldo, ma se diventa nuvoloso la temperatura cala molto.
Registrazione dei visti: non serve farla, poichè ci pensano le reception degli alberghi dove vi fermate.
|
Torna al sommario
Russia
|
|
Caratteristiche persone: a grandi linee vale il discorso fatto per gli ucraini
(esclusi i funzionari, doganieri, poliziotti, ecc che sono bastardi e basta! ;)
Sulle prime possono sembrare poco espansivi e anche burberi, ma la realtà è
esattamente opposta: si fanno in 4 per aiutarti e, cosa per noi incomprensibile,
senza pretendere NULLA in cambio!! Capita che ti accompagnino dall’altra parte
della città o ti offrano pranzo o cena o altro soltanto per farti un favore...
In breve sono persone fantastiche! Naturalmente esistono anche gli opportunisti,
come dappertutto, ma la stragrande maggioranza delle persone è, come si direbbe
in Italia, “genuina”, con un gran senso dell’ospitalità.
Strade attraversate: buone. La pavimentazione è generalmente discreta, senza buche,
con la segnaletica orizzontale e verticale (quest’ultima riporta la
traslitterazione delle principali località in modo da agevolare chi non conosce
il cirillico). Si incontrano mezzi di tutti i tipi (molti sidecar e camion
giganteschi, ecc), ma si vedono meno carretti rispetto all’Ucraina. Le strade
sono generalmente a carreggiata molto larga e a due corsie.
Modo di guidare: nella zona di Mosca e dentro la città, chissà perchè (e non nel
resto della Russia) sono dei pazzi scatenati. Sorpassano senza il minimo
problema a destra, anche sulla corsia d’emergenza, vista come una corsia
qualsiasi. Il pedone è un bersaglio da centrare: quando attraversate la
strada, fate MOLTA attenzione a controllare che non stia arrivando qualcuno.
Anche se siete sulle strisce, le macchina NON rallentano NÈ deviano. Questo
è importante!! NON cercano di evitarvi, si comportano esattamente come se voi
NON ci foste!!! A Roma posso dire che se una persona si mostra decisa, tutti
si fermano o comunque ti evitano. A Mosca no. Nel resto della Russia la
situazione è leggermente migliore.prudente, rispetto delle moto, rispettoso
del codice della strada
Benzina: la frequenza e il rifornimento sono ottimi (frequenti e forniti,
spesso anche di verde). La qualità è piuttosto varia: sono disponibili più
tipi di benzina. Da quella normale a 76/80 ottani, alla “intermedia”
con piombo da 91 ottani fino alla 95 ottani, generalmente verde. Il prezzo è
tra le 650 e le 900 lire/litro, a seconda della qualità.
Un discorso a parte merita il funzionamento dei benzinai.
Italia: “Mette 20mila verde per favore?” e il
benzinaio la mette o la metti da solo ora che anche da noi si sta affermando l’autoservizio.
Russia: “Vorrei mettere 10 litri della 95 ottani:
quanto le devo?” Dopo aver pagato alla cassa, si torna alla pompa e si mette la benzina.
Quindi la differenza è questa: sono tutti self service
e invece di dire la cifra che si vuole mettere, si richiedono i LITRI.
Difficoltà: generalmente si mette il pieno e non si sa
di preciso quanti litri entreranno, per cui è difficile dichiarare una cifra a
priori. Parlando russo si
può chiedere di poter fare il pieno come facciamo noi e poi pagare la cifra
corrispondente. In ogni caso, dopo pochi giorni si impara a capire quanti litri
servono e in genere si diventa anche precisi, con l’ausilio del contakm parziale.
Meccanici e gommisti: non sono molto frequenti, diciamo uno ogni 20 anche 30
km. Probabilmente ogni paesino ha il suo meccanico, ma non è affatto detto.
Condizioni igieniche: non eccezionali, ma nemmeno preoccupanti. Non bere l’acqua del rubinetto.
Cellulari, foto, ecc: il cellulare prende, mentre per l’attrezzatura
fotografica potrebbero esserci dei problemi a trovare i rullini. Per i ricambi
particolari degli apparati foto/cinematografici la vedo piuttosto dura...
comprese anche le semplici pile di alimentazione. In molti musei vige il divieto
di effettuare foto e/o riprese, ma in genere è anche disponibile un permesso a pagamento.
Alimentazione: le specialità sono carne di maiale e montone, ma si trova anche di
tutti gli altri tipi: manzo, pecora, ecc.
Per quanto riguarda i pesci le specialità sono lo
storione e il salmone, ma si trovano tutti gli altri tipi di pesce che
conosciamo anche in Italia, compresi molte altre razze da noi sconosciute.
La cucina russa è sicuramente meno varia di quella italiana. Il piatto forte sono le zuppe, ed è
comprensibile date le temperature invernali. Sono zuppe completamente vegetali
con broccoli, verze, rape, ecc oppure hanno carne, come il goulash.
I secondi più famosi sono il
pollo alla Kiev e la bistecca alla Stroganoff, ma esistono anche molti altri
piatti di carne o pesce buonissimi. Consiglio gli “shashlik”: spiedini
di carne di diversi tipi cotti alla brace. Divini!
Il nostro prezzemolo in Russia si chiama “ukrop”: lo mettono in quantità industriali dappertutto
(primi, secondi e contorni, a momenti anche sul dolce!), coprendo e spesso a mio
avviso rovinando un buon piatto. Personalmente non lo sopporto, solo l’odore mi
dà fastidio. Se per caso dovesse fare anche a voi questo effetto, imparate la
frase “Ni ukròp, pajàlsta!” che significa: “Niente ukrop,
prego!” (fate attenzione agli accenti) e ditela immediatamente, al momento
dell’ordinazione, altrimenti sarà troppo tardi.
I pochi dolci che ho provato, li
ho trovati tutti grassi e pesanti, ma direi sia dovuto al clima che hanno per 7 mesi l’anno.
Per quanto riguarda il bere, la
bevanda più diffusa è la vodka (forse non tutti sanno che l’origine della vodka non è russa, bensì polacca!).
I russi a volte pasteggiano con questo alcolico (è
una delle pochissime leggende metropolitane di cui ho trovato conferma), ma
sconsiglio vivamente di farlo, per chi non è abituato. Se si stringe amicizia
con dei russi, facilmente si finirà a brindare a oltranza all’amicizia
russo-italiana, italiana-russa, all’amicizia in generale e alla vostra in
particolare, ecc ecc, ma ricordate che i russi NON li batterete MAI, per cui
alla fine della serata vi ritroverete immancabilmente sotto al tavolo (come mi
è capitato diverse volte in questi anni!).
L’altra bevanda molto diffusa è
la birra, molto buona. Visto che qui in Italia non si trova, posso fare un po’
di pubblicità senza temere conseguenze: la marca migliore è la Baltika. È
fatta a San Pietroburgo ed ha diverse tipologie che si distinguono in base a un
numero. Si va dalla Baltika 0, analcolica, alla numero 1, chiara e leggerissima
via via per tutte le gradazioni del biondo e del rosso (la più buona secondo me
è la 6) fino alla 12 che è molto liquorosa.
Una bevanda tradizionale piuttosto
diffusa è il “kvas”: è una bevanda fermentata, dolce dal sapore
molto particolare. Personalmente non mi fa impazzire.
Doganieri: sicuramente si perde parecchio tempo in dogana, ma sono tra i
migliori di tutta l’ex-URSS. Come al solito ci sono un paio di “declarazie” da compilare, da riconsegnare poi all’uscita dal Paese.
Non necessariamente vanno dichiarati i valori reali della valuta posseduta,
tanto non ci sono controlli. È anche vero che non vedo il motivo per cui
mentire. I doganieri russi sono onesti, non chiedono mazzette o altro come i
loro colleghi ucraini.
Poliziotti: permane la struttura di controllo dell’Unione Sovietica. Torrette
permanenti di polizia, blocchi all’ingresso dei paesi più grandi. Però sono
molto cortesi e una volta che eravamo in contravvenzione ci hanno lasciato
andare senza problemi.
Fanno il loro lavoro e si limitano a controllare i
documenti. Ho letto molti racconti di persone che hanno viaggiato in Russia
lamentandosi per la corruzione della polizia anche con toni drammatici.
Personalmente ho viaggiato molto in Russia e posso dire che se non si è in
contravvenzione, praticamente mai contestano cose inesistenti. Se si è in
contravvenzione il discorso cambia. Naturalmente esigono il pagamento
immediato della multa, ma qui entra in gioco (a nostro vantaggio) la loro “elasticità” nel senso che, al contrario di polizie di Paesi
occidentali in cui puoi anche metterti a piangere, ma la multa te la fanno,
lì invece sono disposti a passare sopra alla tua colpa facendoti pagare una
frazione della multa, che naturalmente intascano. Ma, ripeto, solo se si è
in contravvenzione, altrimenti non si azzardano a chiederti nulla.
I limiti di velocità VANNO RISPETTATI, se si
attraversano i paesini a 100 km/h invece dei previsti 60 km/h, la multa la
fanno e la esigono, c’è poco da accusarli di corruzione!!
Clima: la Russia è sterminata, per cui vanno fatte delle distinzioni in base
alla latitudine. Le zone che ho girato sono: a nord nella zona di Leningrado
(può fare caldo, ma diffilcmente si superano i 30 gradi, mentre se il tempo è
coperto si arriva facilmente a 10 gradi, che è freddino, ma difficilmente meno
di 10 gradi), tutta la zona intorno a Mosca (analogo a Leningrado, con la
differenza che può fare anche più caldo, ma se si copre fa ugualmente molto
freddo, sui 10 gradi), e la zona a sud (Rostov sul Don, Stalingrado, ecc: qui
può fare caldissimo, anche 40 gradi. Quando ci siamo stati questa estate
abbiamo sempre trovato un tempo soleggiato e il caldo era terribile.
Fortunatamente era secco)
Registrazione dei visti: non serve andare in nessun ufficio OVIR, poichè la
registrazione la fanno direttamente al ricevimento dell’albergo in cui si
alloggia. Anche alloggiando da privati o in strutture “non
convenzionali” (amici, ecc) la registrazione non è necessaria, ormai non
ci fanno più caso. In ogni caso, per prudenza, occorre fare almeno UNA
registrazione durante l’intera permanenza.
|
Torna al sommario
Kazakistan
|
|
Caratteristiche persone: sulle prime sono diffidenti, ma una volta conquistata
la loro fiducia sono persone eccezionali, in grado di offrirti tutto quello che
stanno mangiando senza pensarci due volte. Non sono invadenti, tutt’altro. Una
loro caratteristica negativa, però, è che non ci si può assolutamente fidare
di una loro indicazione o valutazione. Se un kazako dice che mancano 10 km, come
minimo ne mancano 50, se dice che la strada è buona aspettatevela brutta, e se
dice che è così così, preparatevi al peggio, così come se dice che la strada
da prendere va a sinistra, chiedete almeno altre due volte. Queste non sono
semplici battute, sono avvenimenti realmente accaduti più volte, tanto che dopo
pochi giorni avevamo già ideato un proverbio sulla parola dei kazaki che non
vale un’accidenti!! Per il resto sono persone meravigliose.
Strade attraversate: il Paese è letteralmente spezzato in due. La parte
nord-ovest è del tutto isolata dalla parte sud. L’inverno precedente al
viaggio, mentre pianificavo le tappe, avevo considerato la direttrice principale
che taglia il Kazakistan da nord a sud come tutte le altre strade dell’ex-URSS
che conoscevo. Ci siamo ritrovati davanti ad una strada abbandonata. Le buche
erano incredibili, immense, profondissime, la strada sembrava bombardata. I
cartelli non esistono, i benzinai sono rarissimi e spesso sforniti di benzina, i
paesini che si incontrano (oltre al fatto che ce n’è uno ogni 200 km,
intervallati da steppa) non hanno nulla da offrire. Preparatevi a portare
taniche di benzina e ad avere una moto che resista alle peggiori sollecitazioni.
Il sud del Paese invece è normale: strade discrete, benzinai, bar disseminati
lungo la strada che preparano pasti e all’occasione possono ospitareper la
notte, ecc. Il punto di cambio di questa caratteristica è la cittadina di Aral,
sul lago omonimo. Prima di Aral l’INFERNO (giuro che non esagero), dopo la
normalità.
Modo di guidare: più o meno corretto, non ricordo grandi pericoli.
Benzina: come già accennato poco sopra, il paese è diviso in due. A nord
(fino ad Aral) l’unica strada è provvista di pochissimi benzinai, a distanza
anche di 200 km l’uno dall’altro. Nel tratto di 600 km tra Aktobe ed Aral c’erano 3 benzinai, di cui 2 con le scorte easurite. Dopo la cittadina di Aral
invece i benzinai sono abbastanza frequenti e forniti.
Meccanici e gommisti: analogo discorso fatto per le strade e i benzinai. Il
nord del Paese è completamente sfornito (al di fuori dei 2 o 3 centri
principali) di TUTTO. A sud invece la situazione è normale.
Condizioni igieniche: basti dire che ad Aral c’erano una decina di casi
conclamati di PESTE. Non bere l’acqua e prestare attenzione a verdura cruda,
frutta, ghiaccio, acqua non sigillata, e tutte le classiche precauzioni di
questi casi.
Cellulari, foto, ecc: il cellulare incredibilemente prende. Incredibilmente è
un modo di dire perchè il Kazakistan è ricco di petrolio, e anche i nostri
connazionali sono piuttosto numerosi, per cui hanno stipulato opportuni accordi.
Il cellulare prende, com’è ovvio, soltanto nei pochi centri urbani, mentre
fuori è impossibile. Per il materiale fotografico, immagino che si trovino
rullini, ma per tutto il resto è sicuramente un problema.
Alimentazione: è un incrocio tra quella russa, ricca di zuppe, spiedini, ecc e
quella asiatica, con il riso pilaf (riso con carne di montone, verdure e altro).
Molto buona, ma monotona.
Doganieri: i tempi in dogana sono stati brevissimi. Per entrare meno di un’ora
(eravamo gli unici!!) e per uscire ancora meno. Solite declarazie da compilare,
ma se arriverete fin lì ci avrete già fatto l’abitudine!
Poliziotti: i posti di blocco, tranne la parte nord del paese, dove ci sono
pochissimi posti di blocco (solo in concomitanza dei centri urbani), sono più o
meno frequenti. Sicuramente vi fermeranno (anche se non andate in moto, degli
occiedntali si riconoscono lontano un miglio) per pura curiosità, non hanno mai
nemmeno provato a farci una multa, ma volevano soltanto chiaccherare, chiedere
da dove venite, dove andate, quanto costa la moto, ecc ecc. Alla fine queste
domande vi usciranno dalle orecchie!
Clima: è più desertico. A nord di giorno può fare anche molto caldo, mentre
la notte fa un freddo incredibile! La temperatura arriva anche a 5 gradi, il che
significa un’escursione termica di oltre 40 gradi tra giorno e notte! A sud
invece il caldo è molto elevato, ma la notte la temperatura non crolla in modo
così evidente.
Registrazione dei visti: ASSOLUTAMENTE necessaria. Gli alberghi NON
provvedono alla registrazione del vostro visto, dovete andare in un ufficio dell’immigrazione OVIR e farvelo registrare.
|
Torna al sommario
Uzbekistan
|
|
Caratteristiche persone: sono molto ospitali ma INVADENTI!!! Difficilmente si
riesce a stare tranquilli molto a lungo, poichè ci si ritrova immancabilmente
circondati da persone che toccano, tirano, storcono, piegano, palpano tutto!!
Credo di essere una persona tollerante e paziente, ma dopo due settimane di
assedi più o meno terribili (memorabile quello di Urgut, nei pressi di
Samarcanda, o quelli di Urganc, vicino Khiva) non ce la facevo più. Le lingue
consociute si restringono alla lingua locale (simile al turco, per cui chi
conosce il turco può provare a farsi capire) e al russo, difficilmente altro,
tranne, come al solito, per qualche giovane e per gli operatori del turismo.
Strade attraversate: buone, e dopo il Kazakistan ci sono sembrate meravigliose!
Modo di guidare: sostanzialmente corretto.
Benzina: discreta la frequenza, praticamente introvabile la benzina con più di
80 ottani. Conviene portarsi un additivo per aumentare il numero di ottani per
eliminare il battito in testa.
Meccanici e gommisti: non sono molto frequenti, diciamo uno ogni 20 anche 30
km. Probabilmente ogni paesino ha il suo meccanico, ma non è affatto detto.
Condizioni igieniche: accettabili, ma non bevete acqua dal rubinetto, evitate
la verdura fresca e la frutta non sbucciata, l’acqua in bottiglie non sigillate,
il gelato fresco, il ghiaccio, ecc ecc
Cellulari, foto, ecc: il cellulare non prende, in nessuna città uzbeca. Si
può comunicare tramite gli Internet Cafè, abbastanza diffusi. Per le foto si
trovano rullini, ma oltre a questo è complicato trovare qualsiasi altra cosa.
Alimentazione: tradizionale, con il riso pilaf che viene fatto in modo
leggermente diverso a seconda delle zone, gli spiedini e non molto altro. Dopo
un po’ annoia. Sarà che nei rispotranti fanno sempre le stesse cose, ma ci è
sembrato che la cucina uzbeca non sia molto assortita. La frutta è BUONISSIMA!!
Ci sono dei meloni e cocomeri dolcissimi e tanta altra frutta (uva, ecc)
meravigliosa! Essendo un paese islamico, durante i pasti pasteggiano con il tè
verde, ma essendo ancora recente l’influenza russa, gli alcolici si trovano
piùo meno ovunque.
Doganieri: in ingresso ci hanno tenuto poco, meno di un’ora. In uscita, invece,
ci hanno bloccato perchè volevano la “marshrut”, ossia l’itinerario
pianificato con l’ente statale del turismo. Questa è una vecchia eredità
dell’Unione Sovietica, ma oggi non bisogna pianificare un bel niente! Fatto sta
che dopo un po’ di contrattazioni, preghiere, incazzature, ecc gli ho fatto
vedere la tabella di marcia con la lunghezza delle tappe, le città toccate, ecc
stampata a Roma prima di partire (è la stampa della pagina presente anche su questo sito, che riporta il Percorso
seguito) e gliel’ho spacciata come la famosa “marshrut”. Quella è
bastata per farci passare! Solite declarazie da fare. Per il resto sono molto corretti.
Poliziotti: la frequenza dei posti di blocco è altissima. Ci sono posti di
blocco ovunque: nei grandi incroci tra le direttrici del Paese, in mezzo al
deserto, in ingresso e in uscita delle città, ecc. Sono correttissimi, ti
fermano immancabilmente, ti fanno fare la famigerata registrazia (ossia scrivono
a penna su inutili e dimenticati quadernoni tutti i dati su persona e moto) e
poi ti lasciano andare, dopo le domande di rito: da dove venite, dove andate,
ecc ecc. Non ci hanno mai chiesto nulla, anzi, in un’occasione ci hanno anche
offerto un melone buonissimo!
Clima: caldissimo di giorno, caldo la notte, ma il clima è secco, per cui non si soffre.
Registrazione dei visti: è necessaria, ma la fanno gli alberghi in cui si alloggia.
|
Torna al sommario
Turkmenistan
|
|
Caratteristiche persone: ospitali e un po’ meno invadenti degli uzbechi. Le lingue
consociute si restringono alla lingua locale (simile al turco, per cui chi
conosce il turco può provare a farsi capire) e al russo, difficilmente altro,
tranne, come al solito, per qualche giovane e per gli operatori del turismo.
Strade attraversate. Il Turkmsnistan è per oltre il 90% desertico, per cui le
strade sono pochissime. La direttrice che taglia da nord a sud il Paese, che
passa nel deserto del Karakum, è in cattive condizioni, ma con un po’ di
pazienza si fa. Dopo aver fatto il Kazakistan, diventa solo una *pessima*
strada, ma fattibile. In realtà, andando da nord a sud, la parte peggiore è
quella iniziale (300 km di buche piuttosto grandi e profonde) fino a Derveze,
poi migliora, e gli ultimi 200 km sono discreti. Se necessario, si trova da
dormire in qualche locanda a Derveze e nei paesini successivi. Bisogna chiedere,
perchè naturalmente non c’è assolutamente nulla che assomigli ad un albergo:
è un deserto vero e proprio, con i dromedari, le dune di sabbia e tutto il resto, compreso i miraggi!!
Modo di guidare: sostanzialmente corretto
Benzina: nel deserto del Karakum, com’è ovvio, non c’è NULLA, ma chiedendo
alle rare locande un po’ di benzinaccia si riesce a prendere. Come diceva il
mitico Andrea T: “sempre meglio che farla a piedi...!” Nel resto del
Paese con un po’ di pazienza si trovano sia i benzinai che la 95 ottani. Nota
meravigliosa: un litro di benzina a 95 ottani costa 45 (quarantacinque)
lire!!!!!!!!!! Leggete però nella parte relativa alla dogana
per capire perchè in realtà la benzina costa molto di più.
Meccanici e gommisti: nel deserto NULLA, nei pochi centri urbani si dovrebbe
trovare qualcosa.
Condizioni igieniche: mancando l’acqua corrente in moltissimi posti, è chiaro
che non sono eccezionali. Solite precauzioni: non mangiare verdura fresca, ecc
Cellulari, foto, ecc: il cellulare NON prende, e per il resto delle
attrezzature ci sono difficoltà a trovare accessori e altro. La capitale,
Ashgabat, è una grande città piuttosto fornita.
Alimentazione: spiedini e poco altro. Si trova facilmente il latte di cammella,
che personalmente ho trovato terribile!! Latte cagliato acidulo e indigesto!
Ricordo ancora di quando sono andato a Vienna per fare il visto turkmeno e il
console mi disse, con tono grave e serio: Si ricordi di non mangiare MAI
larbus (il cocomero) dopo aver bevuto latte di cammella!! Gonfia lo stomaco,
fermenta e poi starà male. Forse è per quello che ho trovato il
latte di cammella indigesto... pochissimo tempo prima di accettare il latte di
cammella da un poliziotto ci eravamo fermati in mezzo al deserto per riposarci e
un camioncino che si era fermato per chiaccherare ci aveva offerto un cocomero,
ma poi ho completamente dimenticato il consiglio del console!!
Doganieri: sia in ingresso che in uscita ci hanno fatto
perdere parecchio tempo, però non ci hanno mai chiesto mazzette o altri “pizzi”. All’ingresso nel Paese ci hanno fatto pagare una tassa di 70
dollari. Questa comprende: una assicurazione per la moto e una cifra
proporzionale alla lunghezza dell’itinerario percorso, che viene chiesto
dettagliatamente e naturalmente è meglio non barare. Per cui, dopo aver fatto i
calcoli, la benzina invece di 45 lire/litro ci veniva circa 1400 lire, sempre
che non abbia sbagliato i calcoli. Poi solite declarazie (in triplice copia!!!) e altre inutilità burocratiche.
Poliziotti: la frequenza dei posti di blocco è alta, ci sono postazioni
persino in pieno deserto (poveracci... in baracche isolate a centinaia di km da
tutto), fermano per chiedere informazioni e fare la registrazia, ma nulla più.
Clima: caldo caldo caldo caldo caldo!!! Però è secco, non si soffre
eccessivamente! La notte che abbiamo dormito in mezzo al deserto del Karakum,
ospitati in una locanda, ci siamo sistemati fuori, sotto le stelle. La
temperatura di notte è scesa abbastanza, ma sempre sopra i 20 gradi, e alle
8:30 del mattino c’erano già 34 gradi!!
Registrazione dei visti: teoricamente non è necessaria, però per sicurezza è
meglio richiederla alla reception dell’albergo in cui alloggiate!
Avvertenze particolari: sono partito dall’Italia
SENZA il visto per l’Iran in quanto il consolato iraniano di Roma mi aveva
preventivato un’attesa di almeno 3 settimane. Purtroppo ero fuori coi tempi e
sono partito sperando di poterlo fare lungo la strada. Avevo pensato al
Turkmenistan in quanto Paese confinante, e la sorpresa piacevolissima è stata
quella di fare il visto al consolato iraniano di Ashgabat, la capitale turkmena,
in UN POMERIGGIO, spendendo anche la METÀ rispetto a quanto richiestomi a Roma!!!
|
Torna al sommario
Iran
|
|
Caratteristiche persone: molto ospitali, disponibilissimi, a volte un po’ invadenti.
Strade attraversate: in genere sono larghe e ottimamente asfaltate, anche
secondo i nostri parametri. I veicoli che circolano principalmente sono camion,
ma ci sono anche molti altri mezzi, che guidano come PAZZI (v. il punto
seguente!). Le autostrade sono gratuite per le moto. Tenete conto che l’alfabeto
utilizzato è quello arabo (non so se il nome corretto è un altro, fatto sta
che non si capisce NULLA nè di lettere nè di numeri!) e solo le località
maggiori sono traslitterate, il resto rimane in forma di vermini.
Modo di guidare: assolutamente FOLLE, scriteriato, incosciente!!!!! Trovi
automezzi contromano di notte in autostrada, oppure camion enormi che sorpassano
in curva, lasciando liberi pochi cm (e per fortuna ero in moto, altrimenti la
frittata non la evitava nessuno!!!). Se ci si addentra a Tehran la situazione è
ancora peggiore. Mai vista una cosa del genere. Roma, la città in cui vivo, in
confronto ha il traffico e la correttezza di guida di una città svizzera!
Semplicemente ALLUCINANTE!!! È una città sterminata, tanto che la chiamano La
Grande Tehran, di oltre 14 milioni di abitanti e con il traffico più caotico
che abbia mai visto. Invasa da moto 125 4 tempi (sono delle Honda molto simili
alle vecchie CB 125 X) che fanno letteralmente di tutto: contromani su strade a
6 corsie, passaggi con il rosso in incroci enormi, ecc. Fate assolutamente
attenzione e se volete un consiglio, evitate del tutto Tehran: non c’è
assolutamente nulla di interessante da vedere. Anche il famoso arco non è
granchè e secondo me non vale la pena di perdere almeno mezza giornata per entrare/uscire dalla città.
Benzina: la qualità è buona e il prezzo ottimo (115 lire/litro). I benzinai
non sono molto frequenti, per cui occorre fare rifornimento quando si incrocia
un’area di servizio. La mia autonomia di 250 km non mi ha mai messo in
difficoltà.
Meccanici e gommisti: si trovano senza eccessivi problemi.
Condizioni igieniche: accettabili, ma non bevete acqua dal rubinetto, evitate
la verdura fresca e la frutta non sbucciata, l’acqua in bottiglie non sigillate,
il gelato fresco, il ghiaccio, ecc ecc
Cellulari, foto, ecc: il cellulare NON prende, e per il resto delle
attrezzature ci sono difficoltà a trovare accessori e altro.
Alimentazione: si mangia un po’ di tutto (tranne il maiale naturalmente,
vietato dal Corano), le bevande alcoliche sono vietate, in compenso vengono
vendute dappertutto le bevande nazionali che sono l’aranciata e la cola della Zam
Zam. È buffo trovare una bottiglia in tutto e per tutto identica alla Coca Cola
(amata-odiata in quanto americana) anche nello stile della scritta, soltanto che
in questo caso è Farsi-Cola!
Doganieri: tempi in dogana piuttosto lunghi, anche se i funzionari sono persone
estremamente cortesi e disponibili. La dogana si passa (almeno entrando dal
Turkmenistan) in due “tappe”: prima il controllo dei documenti
personali, poi dopo qualche km c’è la registrazione del Carnet de Passages en
Douanes.
Poliziotti: piuttosto frequenti i posti di blocco, in questo è molto simile
all’ex-URSS, ma diffilcimente fermano, e sempre per chiedere le solite cose (da
dove venite, ecc).
Clima: molto caldo. Verso il crepuscolo si alza sempre un vento potentissimo, a volte freddo.
Registrazione dei visti: non serve.
Avvertenze: l’ingresso in Iran è vincolato a molti
divieti di importazione. In TEORIA è vietato introdurre nel Paese carte da
gioco, cd musicali, audiocassette, libri o riviste con foto ritenute oscene
(quindi soggette a una valutazione estremamente soggettiva!) ecc ecc. In
PRATICA, però, non c’è nessun tipo di controllo. Per esempio ero pieno di cd
poichè ascolto musica mentre viaggio e per timore avevo nascosto tutto in mezzo
alla biancheria sporca, ma nessuno mi ha mai nemmeno chiesto di ispezionare i
bagagli. In realtà quello che chiedono è se portiamo armi, droghe, ecc ma la
risposta è naturalmente NO!
Relativamente all’atteggiamento da tenere (visto che sono integralisti islamici)
non ho mai avuto problemi: ho fotografato ciò che volevo e vestivo come volevo.
Probabilmente le donne devono rispettare vincoli maggiori (come coprirsi i
capelli), ma mi sono sembrati tolleranti.
|
Torna al sommario
Turchia
|
|
Caratteristiche persone: molto ospitali ed estremamente piacevoli. Le lingue
estere conosciute nono sono molte, l’inglese non è molto diffuso, per fortuna
ho trovato un po’ di persone che parlavano russo.
Strade attraversate: nella parte del Kurdistan non sono molto buone, capitano
brevi pezzi sterrati e pieni di buche. Nel resto del Paese sono migliori, ma
sempre mediocri. La pavimentazione può variare molto, e quasi mai è buona. Le
segnalazioni sono discrete, sia orizzontali che verticali. L’autostrada che da
Ankara va a Istanbul è a pagamento.
Modo di guidare: non sono molto prudenti, ma essendo uscito dall’Iran mi sono
sembrati svizzeri! A parte le battute, non guidano molto bene, occorre fare attenzione.
Benzina: la frequenza delle aree di servizio è buona e la qualità del carburante è analoga alla nostra.
Meccanici e gommisti: si trovano senza eccessivi problemi.
Condizioni igieniche: discrete, non ci sono grossi problemi. Qui ho
ricominciato a bere l’acqua dai rubinetti (tenete conto però che prima di partire ho fatto 6 o 7 vaccini!)
Cellulari, foto, ecc: il cellulare prende, e tutto il materiale foto/ottico è facilmente reperibile.
Alimentazione: in alcune cose è molto simile alla dieta mediterranea. Ci sono
delle verdure buonissime, formaggi ottimi, poi miele, olive, ecc.
Doganieri: in ingresso (Iran-Turchia, nel territorio del Kurdistan) abbiamo
avuto una esperienza molto spiacevole. Litigi, ore ed ore perse ad aspettare non
si sa bene cosa e per concludere un inseguimento di cani randagi (di cui la
frontiera era piena, ce n’erano una decina) in piena notte, sui sentierini
sterrati interni alla zona di frontiera. Alla dogana si fa il visto, del costo
di 5 dollari. Inoltre ci sono numerosi fogli e declarazie da fare. In
particolare, su una di queste vengono segnate le contravvenzioni
In uscita (Turchia-Grecia) ci sono tempi biblici per le auto, costrette in code
chilometriche per colpa della strada strettissima che arriva in frontiera. Con
la moto ho sorpassato una coda di diversi km (almeno 6). Negli uffici dei vari
controlli si pagano anche le eventuali multe prese durante la permanenza in
Turchia.
Poliziotti: occorre fare molta attenzione perchè in Kurdistan ci sono molti
posti di blocco, e lungo le strade ci sono spesso pattuglie con autovelox. In
pratica funziona così: c’è la pattuglia, in genere sull’altra carreggiata, che
misura la velocità. Se si è in contravvenzione, lo comunnicano via radio al
posto di polizia del primo paesino è si viene fermati. In quel momento ci sono
due possibilità: o si paga subito, oppure viene segnato l’importo della multa
sulla declarazia da ridare poi al momento di uscire dalla Turchia. Nell’ufficio
doganale c’è uno sportello apposito che funge da cassa per questi casi.
Clima: simile a quello estivo italiano.
|
Torna al sommario
Grecia
|
|
Caratteristiche persone: ormai sono europei, nel senso che sono molto meno
espansivi dei popoli asiatici. Facilmente si incontrano persone che parlano
italiano, in ogni caso le lingue estere sono abbastanza diffuse.
Strade attraversate: ottime, anche le più piccole e meno trafficate. Buona
segnaletica sia orizzontale, sia verticale. La strada che arriva a Igoumenitsa
è infernale per le curve e controcurve che durano per decine e decine di km.
Ricordatevelo se avete fretta! Se il traghetto parte a una certa ora, prevedete
un po’ di ore da perdere su quella strada, poichè in molte occasioni è anche
difficoltoso il sorpasso.
Modo di guidare: generalmente prudente, rispettoso delle moto e del codice della strada.
Benzina: è di qualità ottima, in diversi tipi. Le aree di serivizio sono
frequenti.
Meccanici e gommisti: non è difficile trovarne uno anche nel paesino più piccolo.
Condizioni igieniche: ottime
Cellulari, foto, ecc: il cellulare prende, c’è anche una convenzione con TIM
(non so per gli altri operatori, ho solo la scheda TIM!) per la quale si può
chiamare il 4196 senza scatto alla risposta. Tutto il materiale foto/ottico è
facilmente reperibile.
Alimentazione: olive, olio, miele, formaggio e altri prodotti tipici sono il punto di forza.
Doganieri: la dogana tra Turchia e Grecia è su una strada molto stretta, per
cui ci sono ingorghi e code chilometriche. Per chi arriva dalla Turchia deve
passare sotto una specie di autolavaggio che spruzza non so quale disinfettante.
Stando in moto, l’effetto “doccia” è garantito! Il tempo in dogana,
una volta superate tutte le auto, è nullo: una volta che vedono il passaporto italiano ti mandano via.
Poliziotti: mai visto un posto di blocco.
Clima: analogo alla Sardegna. Caldo ma ventilato (almeno nella zona a sud che
ho fatto, poi non so se nell’entroterra è differente)
|
|
|
|