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Diario di viaggio COMPLETO |
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Pagina 5 (di 5) (Polonia (seconda parte), informazioni pratiche e conclusioni) |
Diario
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Dopo aver passato la dogana, la giornata era ormai al termine e
abbiamo visto lennesimo tramonto da favola. Il resto della strada labbiamo
fatto al buio.
La cartina della F.M.B. che avevo comprato traduce le carte della
Euro Cart, è del 1996 e riporta la strada numero 16, che va da Augustow ad Olsztyn, come
una strada di grande scorrimento. Quindi, nel significato locale di questa definizione,
una statale abbastanza larga. In realtà, e poi lho visto il giorno dopo
sullaltra cartina del 1989 che avevo (riporta ancora lURSS, ecc.), la
strada che stavamo per prendere era una regionale.
Purtroppo è molto difficile spiegare comera questa strada,
e rendere lidea dellangoscia, della fatica, dello scoraggiamento e
dellarrabbiatura che ho provato nel percorrerla. In realtà, quella che doveva
essere una statale era poco più, senza esagerare, di una nostra interpoderale: asfaltata
in modo pessimo, piena di gobbe che sembrava di essere sopra un gigantesco martello
pneumatico, strettissima, tanto che due macchine che si incrociavano dovevano quasi
mettere le ruote fuori strada per evitarsi e del tutto priva di strisce o catarifrangenti.
Un incubo! Un incubo che doveva durare più di 200 km: tanta era la distanza che ancora ci
separava da Olsztyn. In certi tratti, tra laltro, si aggiungeva anche una fitta
nebbia.
Bisogna sapere che i polacchi guidano come matti e, in quella
mulattiera, un paio di macchine ci hanno superato alla velocità della luce. Entrambe le
volte ho provato a seguire i missili in questione e sono riuscito in questo modo a
percorrere grandi distanze in breve tempo anche se poi, per un motivo o per laltro,
entrambe le volte ho perso lapripista.
Dopo un bel po di tempo, nei pressi di Olsztyn, la strada ha finalmente ripreso
delle dimensioni normali e siamo arrivati rapidamente in città. Per lennesima volta
abbiamo avuto il problema del pernottamento, solo che stavolta era notte fonda e non
avevamo idea di dove andare. Dopo aver cercato un ostello riportato dalla guida del
Touring, trovato chiuso, ci siamo decisi a comprare una cartina della città in
unarea di servizio e abbiamo iniziato a cercare un campeggio. Purtroppo, dopo aver
seguito per un po le indicazioni che ci dava Emanuela grazie alla mappa, abbiamo
iniziato a seguire dei cartelli stradali che indicavano un campeggio. In breve ci siamo
persi, arrivando in un sobborgo della città totalmente deserto.
In tutto questo girovagare, stravolti dalla stanchezza, per una
curiosa congiunzione astrale, proprio mentre Nelìk compiva 90mila km, Adriano è caduto
durante lennesima inversione ad U. Purtroppo la caduta si è rivelata più grave di
quanto sembrasse inizialmente e a Danzica, un paio di giorni dopo (in un ospedale
ortopedico bellissimo), abbiamo scoperto che si era rotto un paio di ossicini del piede.
Dopo aver cercato inutilmente questo campeggio, siamo tornati in
un albergaccio che avevamo visto nei pressi della stazione di servizio. Qui abbiamo
ricevuto un trattamento molto strano. Dopo aver svegliato la portiera notturna, questa ci
ha detto di andare in un albergo vicino, dicendo che non aveva il parcheggio per le moto e
che questo era un problema serio. A me non importava nulla, sapendo che era più
unintimidazione che un pericolo reale; mi aspettavo una richiesta di denaro, invece
ci ha veramente mandato allaltro albergo. Dopo aver chiesto lì, ed aver saputo che
costava una cifra impronunciabile, siamo tornati dalla nostra amica. Avendo visto che
eravamo estremamente decisi, stravolti dalla stanchezza e con uno zoppo :) al seguito, si
è decisa a darci due camere, e anche il parcheggio è saltato fuori miracolosamente. Per
soli 3 zloty, circa 1500 lire, abbiamo sistemato le moto alle spalle dellalbergo, in
un cortile chiuso e sorvegliato da due grossi cani che hanno anche cercato di aggredirmi!
Prima di tutto abbiamo portato i bagagli di Adriano nella sua stanza. Quando il facchino
ha aperto la porta, sono subito entrato e ho visto uno spettacolo piuttosto schifoso. Le
pareti della camera erano affollate di piccoli scarafaggi, mentre il lavandino a muro era
ricoperto di questi insetti biancastri. In pochi secondi, 15 al massimo, nonostante il
loro numero elevato e la relativa lentezza, sono scomparsi del tutto. Il vedere la
velocità con cui si erano dileguati era per me un motivo di apprensione ancora maggiore,
dato che a questo punto, anche se nella nostra stanza non avessimo trovato nulla, non
sarei stato ugualmente tranquillo: chi mi diceva che non erano scomparsi come avevano
appena fatto, per poi tornare nel cuore della notte? Poichè il facchino aveva visto gli
scarafaggi e la mia faccia piuttosto eloquente, ha immediatamente cambiato la camera di
Adriano, dandogliene una priva del famigerato lavandino.
Al mio racconto Emanuela si è schifata parecchio, e dopo aver
visto che anche la nostra camera aveva il lavandino a muro (dal cui scarico erano usciti
la maggior parte degli insetti della camera di Adriano), è tornata giù a protestare
dalla portiera. Questa, oltre a non parlare nessuna lingua a parte un rarissimo dialetto
polacco, non era nemmeno particolarmente acuta, per cui ci ha messo un po di tempo a
capire cosa volevamo. Dopo qualche minuto, afferrato il concetto, la signora ci dà una
stanza allultimo piano. Dopo quella giornata allucinante, abbiamo ripreso tutte le
valigie e abbiamo fatto altri due piani verso la nostra nuova stanza. Appena entrati siamo
stati colpiti da due cose: la prima era un pessimo odore, da far venire il voltastomaco, e
la seconda era che anche lì cera il lavandino!! Tanto rumore per nulla... In più,
cera il check out dellalbergo alle 9 del mattino, e in quel momento erano le 3
passate. Io mi sarei messo a dormire anche per terra, quindi ho tappato il buco del
lavandino con un po di carta igienica che era nella stanza (questo particolare,
insieme agli onnipresenti lavandini e a certi loschi figuri che avevamo incontrato, ce
lha fatto classificare con certezza come un albergo a ore) e ci siamo addormentati
in meno di 5 minuti. Comunque, devo esprimere la mia felicità nellaver constatato
una volta di più lincredibile spirito di adattamento di Emanuela, perchè so
benissimo che il 90% delle donne avrebbe trascinato via il povero fidanzato alla ricerca
di un altro albergo. Per fortuna lei non è così, ha ceduto alla stanchezza e alla
situazione particolarmente avversa (Adriano era veramente a pezzi, in tutti i sensi), e
non ha fiatato, pregandomi solo di portarla via al più presto: un desiderio che
condividevo appieno! Per evitare ad altri questa pessima esperienza riporto i dati
dellalbergo: Hotel Jantar, ulica Ketrzynskiiego, 5 Olsztyn; la camera
per 2 persone viene 60 zloty per notte, circa 30mila lire.
Il mattino dopo alle 9 siamo stati svegliati da un Adriano più zoppicante che mai e siamo
andati via da quel posto infame, dirigendoci in centro per rimediare qualcosa da mangiare.
Il centro di Olsztyn è carino, ma è tranquillamente
trascurabile. Se proprio vi trovate a passare da quelle parti allora fermatevi, altrimenti
non sprecate una deviazione. Dopo esserci rifocillati siamo partiti verso lultima
meta del viaggio degna di nota: Danzica!
Nella tappa verso Danzica erano previste due deviazioni. La prima era a Lidzbark
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Castello di Malbork, Polonia (24 KB) |
Warminski, ed è stata eliminata a
causa delle cattive condizioni fisiche di Adriano. Invece abbiamo fatto la
seconda deviazione, e dopo un paio dore di viaggio siamo arrivati a Malbork,
dove si trova uno dei più grandi e bei castelli teutonici dEuropa.
Il complesso è enorme e perfettamente restaurato dopo i danni
subiti durante il secondo conflitto mondiale. La visita è un po stressante poichè
si viene lasciati a sè stessi, e non abbiamo nemmeno capito se e come avremmo potuto
seguire una guida. Gli sventurati individual tourist hanno dei problemi in
quanto rischiano di trovare chiuse delle porte che solo le guide autorizzate possono
aprire con le classiche chiavi enormi tipiche dellimmaginario fiabesco. Inoltre, i
cartelli che indicano un percorso, oltre ad essere incoerenti e spesso errati, sono in
numero piuttosto ridotto. Purtroppo, siamo arrivati troppo tardi (la chiusura è alle 17)
e abbiamo trovato tutte le sale chiuse. La loro grave colpa è quella di averci fatto
entrare, facendoci pagare un regolare biglietto, pur sapendo che tutte le sale erano
chiuse. Abbiamo visitato il castello dopo il periodo passato a Danzica (cioè 5 girni
dopo), e stavolta la visita è stata completa e, per quello che abbiamo visto,
soddisfacente. Gli ambienti sono molto belli e ci si ritrova facilmente
nellatmosfera dellepoca. Dopo questa sosta, finalmente Danzica!
Ovviamente anche per Danzica avevamo il problema
di trovare il campeggio, solo che
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Bungalow del campeggio di Danzica (31 KB) |
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La Posta Polacca attaccata dalle SS l1/9/1939 (35 KB) |
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Targa commemorativa davanti alla posta (28 KB) |
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Antico municipio (26 KB) |
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Via Dluga (31 KB) |
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Giovani promesse (30 KB) |
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stavolta avevo un po di indirizzi sicuri. La ricerca è
stata relativamente breve e il campeggio che abbiamo trovato, tra laltro, era
davvero bellissimo (campeggio Osrodek Turystyczny, località Stogi, ulica
Wydmy, 1; il bungalow per 2 persone viene 50 zloty al giorno, circa 25mila lire), a due
passi da una splendida spiaggia sul mitico Mar Baltico.
Come per Leningrado, anche a Danzica mi
sono stupito: me
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Piazza del Mercato, particolare (36 KB) |
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Notturna della Fontana di Nettuno (29 KB) |
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Porto medievale (20 KB) |
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Notturna del porto medievale (25 KB) |
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Tramonto sul porto fluviale (19 KB) |
laspettavo bella, ma non così bella. La città è
stata perfettamente ricostruita con una cura e un dettaglio che definirei, a questo punto,
tipici polacchi, avendo visto Varsavia e altre città polacche devastate dalla guerra.
Danzica, infatti, è stata la prima città attaccata dalla Germania nazista, il 1°
settembre del 1939. I danni subiti sono stati enormi, come testimoniano le molte mostre
fotografiche inserite in diversi monumenti storici (antico municipio, ecc.) e altrettanto
enorme è stata la cura riposta nel riportare tutto comera
originariamente. Le architetture sono splendide e il centro storico, piuttosto ampio e in
gran parte pedonale, è un vero gioiello. Proprio perchè ci è piaciuta tanto, invece dei
due giorni interi previsti, alla fine ci siamo fermati un giorno in più. Abbiamo quindi potuto fare una giornata al mare (il tempo era
fantastico e faceva caldo, tanto da poter fare il bagno) e abbiamo visitato con più calma
i molti monumenti e le tante strade bellissime del centro storico.
Anche Danzica è da girare attentamente a piedi, in quanto
ricchissima di dettagli e scorci che si possono cogliere ed apprezzare solo con una visita
attenta ed accurata.
Tra i tanti episodi accaduti a Danzica, tre
meritano di essere raccontati. Il primo, quello più piacevole, riguarda la presenza nel
campeggio di un nutrito gruppo di bambini che impazzivano
letteralmente per le nostre moto, e non passava giorno che non ci chiedessero di fare un
giro allinterno del campeggio o immediatamente fuori. Una mattina Adriano, mentre
aspettava i nostri lunghi tempi, li ha portati uno per uno fino alla vicina spiaggia e li
ha riportati indietro! Erano davvero simpatici anche perchè, per sdebitarsi,
ci aiutavano in diversi modi, anche portando qualche bagaglio.
Un altro episodio, legato più a me che al nostro gruppetto,
riguarda la mitica busa!
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Ecco a voi la busa (39 KB) |
Codesta busa altro non
è che la parte centrale del fiore di girasole, dal quale si estraggono i semi per farne lolio o i bruscolini. Nella
fattispecie,
quello che ho comprato a Danzica era il fiore fresco, quindi con i semi non tostati, i
quali hanno un gusto molto buono, simile a quello delle nocciole fresche. Il nome
busa le è stato affibbiato da Emanuela in quanto, mi ha detto, ricordava
quelle che lei chiama appunto buse, che sono le cacche delle vacche, larghe e
piatte!
Lultimo episodio è stato tra i meno piacevoli del viaggio,
superato solo dalla caduta di Adriano. Un giorno abbiamo lasciato le moto parcheggiate per
lintero pomeriggio e buona parte della sera davanti ad una banca, in pieno centro.
Emanuela ed io ci eravamo separati da Adriano, anche perchè non volevamo che si
affaticasse camminando troppo insieme a noi. Mentre stavamo tornando, da lontano abbiamo
visto un gruppo di ragazzi che trafficavano attorno alle moto. Lì per lì abbiamo pensato
che le stessero solo guardando, poi abbiamo sentito lallarme di Nelìk, ma ancora
credevo che le avessero semplicemente toccate. Fatto sta che al suono dellallarme si
sono immediatamente allontanati. Quando sono arrivato ho trovato i caschi, che avevo
legato alla moto con un grosso cavo dacciaio, non più sulla sella, ma buttati da un
lato. La cosa non mi ha dato fastidio, perchè ero convinto che li avessero spostati
cercando di salire sopra la moto per sentire come si stava. Dopo 10 minuti è arrivato
anche Adriano, che ha notato il vero danno: avevano forzato la serratura del suo bauletto
Maxia senza però riuscire ad aprirlo, forse a causa del sistema di apertura che
personalmente trovo poco intuitivo. Fatto sta che hanno reso inutilizzabile la serratura,
e quindi da quel momento il baule poteva essere asportato senza difficoltà. Per fortuna
è stato lunico incidente di questo tipo in tutto il viaggio.
Dopo Danzica ci siamo diretti verso Poznan, fermandoci prima a Malbork (allandata ci
avevano fatto entrare nel castello allora di chiusura, per cui era già tutto chiuso!) e poi a
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Statua di Copernico, Torun (34 KB) |
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Torun.
La cittadina di Torun è molto graziosa ed è famosa per aver
dato i natali al celebre astronomo polacco Niccolò Copernico, il cui vero nome è Mikolaj
Kopernik. Il centro storico si gira in meno di unora, ma vale la pena fermarsi
perchè ha dei monumenti davvero belli.
Arrivati a Poznan abbiamo avuto il solito problema del dormire, ma come era capitato nelle
altre città polacche, siamo riusciti a risolverlo abbastanza in fretta. Il campeggio (in
località Strzeszynek, Camping nr.111, ulica Koszalinska, 15; 2 persone, moto
e tenda 21 zloty, poco più di 10mila lire), poco fuori città, è grazioso per quanto
riguarda il posto in cui mettere la tenda (ci sono prati ben tenuti, anche se le piazzole
sono assenti), mentre i bagni lasciano un po a desiderare. Più di questo, però, ci
hanno dato fastidio altre persone che si trovavano nel campeggio. Per tutta la notte siamo
stati svegliati ripetutamente da diversi gruppi di ragazzi e ragazze totalmente ubriachi
che facevano molto chiasso. Ovviamente era impossibile dir loro qualcosa, innanzi tutto
perchè non ci avrebbero dato retta, e in secondo luogo perchè avremmo rischiato di
scatenare una reazione potenzialmente pericolosa.
Dopo Poznan abbiamo fatto una lunga sgroppata verso Berlino per poi deviare
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Dai Nelìk, è quasi finita! Poznan (39 KB) |
decisamente verso sud alla volta di Ingolstadt.
La frontiera tra la Polonia e la Germania era preceduta da una
fila davvero chilometrica, almeno 3/4 km di macchine ferme. Fortunatamente anche stavolta
siamo riusciti a passare subito e nel giro di venti minuti abbiamo superato un ostacolo
che ci avrebbe portato via diverse ore.
Arrivati in Germania ero sicuro di poter tenere medie degne di
Nelìk grazie alla fitta rete di autostrade, per giunta gratuite. La realtà è stata
notevolmente diversa. Per tutta la parte di Germania attraversata, dal centro-nord fino a
sud al confine con lAustria, cerano decine di cantieri aperti e spessissimo
viaggiavamo su ununica carreggiata, con pericolosi cambi di corsia. A causa dei
cantieri e di questi inconvenienti, per giunta, ci sono stati anche diversi incidenti che
provocavano ulteriori rallentamenti.
Morale della favola, ci siamo dovuti fermare nella temutissima
Norimberga, un centinaio di km prima di Ingolstadt. Se da un lato sapevamo dovera il
campeggio (per cui abbiamo evitato la ricerca di un posto dove piantare la tenda),
dallaltro sapevamo che si trattava del lager in cui ci eravamo fermati due anni fa.
Per la descrizione rimando al diario di
viaggio del 97, dato che la situazione è sostanzialmente identica, peggiorata
dal fatto che uno dei due gruppi di bagni era chiuso (per motivi assolutamente ignoti) e
non cerano più le lepri che due anni fa scorrazzavano liberamente (per noi
ininfluente, però divertente a vedersi).
Il mattino dopo, dato che Adriano voleva fare una tirata unica fino a Roma mentre noi ci
saremmo fermati a Milano, ci siamo salutati, interrompendo così un mese di vacanza
davvero piacevole. Il saluto con Adriano è avvenuto mentre noi, con la nostra solita
flemma, stavamo facendo unabbondante colazione. Apro una piccola parentesi su
Adriano.
Questo è stato il primo viaggio in cui Emanuela ed io ci siamo
uniti ad unaltra persona, e devo dire che è stato un compagno di viaggio
assolutamente perfetto. A mio parere, poi magari lui ha tutta unaltra opinione di
noi, ci siamo compensati piuttosto bene. Lui ama fare passeggiate mattutine, mentre noi
preferiamo poltrire un po di più e per quanto riguarda i gusti in fatto di turismo
e di foto ci intendiamo alla perfezione: a entrambi piace fare lunghe passeggiate a piedi
nelle città che visitiamo, vogliamo vedere nel modo più completo possibile i posti in
cui ci fermiamo, ecc. In più abbiamo unito anche una buona dose di tolleranza reciproca.
Il tutto si è concretizzato in un mese e in 10mila km passati senza il minimo screzio,
cosa assolutamente rara per il sottoscritto in quanto, per il carattere che ho, dopo poco
tempo passato a stretto contatto con una persona litigo molto facilmente, anche con
persone che conosco da una vita. Quindi, da questo punto di vista, è stata una sorpresa
assolutamente piacevole. Di sicuro nelle prossime estate gli chiederò di venire con noi,
mentre per avere altre persone sarà più difficile, per i motivi appena elencati. Infine,
fattore di primaria importanza, Adriano è anche molto simpatico, intelligente e
brillante. Ok, ora basta! :)
Il viaggio fino a Milano è passato abbastanza velocemente, anche perchè la situazione
delle autostrade tedesche dopo Monaco è migliorata, e nei tratti austriaci e italiani non
abbiamo avuto il minimo problema. Quest'anno il Brennero costava 14mila lire.
Il resto è privo di interesse... Siamo partiti da Milano nel tardo pomeriggio verso
Torino, nella quale sono rimasto quasi una settimana per riposarmi e rimanere ancora un
po con la mia ragazza.
Racconto un ultimo aneddoto, da un lato divertente,
dallaltro un po meno. Il secondo giorno di permanenza a Torino siamo andati a
cena da Andrea, un amico della mia ragazza che ci aveva promesso alcuni piatti speciali
(è un cuoco molto bravo!) per festeggiare il nostro rientro. Ho parcheggiato Nelìk sotto
la finestra del suo appartamento e siamo saliti in casa. Dopo circa un quarto dora
sento Nelìk che mi chiamava (stava suonando lallarme), mi affaccio nel giro di
pochi secondi, senza trovare nessuno. Lì per lì non mi sono preoccupato. Dopo qualche
ora, quando siamo usciti, abbiamo scoperto il motivo per cui Nelìk aveva chiamato: nel
blocchetto di accensione era infilata per metà una lunga vite dacciaio, allo scopo
di distruggere il blocchetto e poter accendere liberamente la moto.
Laspetto divertente di questo fatto, altrimenti
piuttosto fastidioso, è che venivamo da posti in cui tutti ci avevano detto di stare
attenti perchè ci avrebbero tagliato un braccio per rubarci lorologio e dove non ci
è capitato assolutamente nulla, mentre dopo due giorni che mi trovavo a Torino hanno
tentato di rubarmi la moto!
Il mio rientro a Roma è stato veloce e penoso come al solito, per il fatto di dover
lasciare Emanuela per un periodo indeterminato! :(
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Qualche riflessione più approfondita
Ho pensato a quello che avrei scritto in questo capitolo fin dal secondo giorno di
viaggio, quando siamo usciti dallAustria immergendoci di colpo in un altro mondo.
Il contrasto che si crea nel passare con una moto iper-moderna
(so che è del 92, ma a Leningrado due ragazzi si chiedevano come fosse possibile
che le nostre moto fossero vecchie!) in posti economicamente arretrati è
troppo forte per lasciare indifferenti.
Una delle prime immagini che mi ha colpito, appena entrato in Polonia, è stato un
ragazzino di circa 10 anni che si è fermato per farci passare, mentre lui trasportava una
carriola carica di attrezzi. Questa situazione si è ripetuta molte volte durante il
viaggio e ovviamente ho riflettuto sul fatto di noi ricchi studenti che potevano essere
visti come curiosi gitanti in una specie di archeo-safari, in cui si va a
vedere con un pizzico di curiosità e di sufficienza come si viveva 30 anni fa. Spero di
non aver mai dato, a nessuna delle persone che abbiamo incontrato, questa impressione,
perchè non cè nulla di più falso, anche se sarebbe stato, ed è, difficile da
spiegare. Laffetto che ho per le popolazioni dellEst e lamore che ho per
quelle terre non può essere ridotto in questo modo, con tale superficialità!
Quello che spero vivamente è che questi paesi riescano a trovare
una personale via verso lo sviluppo, senza subire la tragedia dellomologazione verso
paesi che non hanno nulla da offrire se non un sogno, che per giunta per loro rimarrà
tale ancora a lungo! Il tutto a prezzo della perdita della loro identità e cultura. Il
rischio è concreto, dato che in moltissimi posti si vedono le tracce di un impoverimento
culturale, in cui ci si adegua senza troppe domande a uno standard occidentale fatto di
vetrine e culto del denaro. Il problema è che questo rimane per pochi
fortunati anche in paesi considerati agiati, figurarsi cosa può succedere in
paesi in cui il sistema economico sul quale si reggevano è crollato da pochi anni.
Vorrei precisare che quando auspico un loro sviluppo, non spero
certo che diventino ricchi nel nostro senso della parola, quindi col problema di quale
macchina o cellulare comprare, ecc., bensì che si diffonda un certo benessere a tutti gli
strati della società, cioè unidea di comunismo che a questo punto credo sia più
attuale e necessaria che mai.
Uno dei tanti avvenimenti che mi ha profondamente urtato e schifato quando ero in Russia
è stato un matrimonio. Lo sposo era chiaramente un arricchito, non so dire se
fosse mafioso o figlio di mafioso, comunque era attorniato da una serie di personaggi
quanto meno equivoci. Avevano affittato, o probabilmente era di loro proprietà, una barca
ormeggiata lungo uno dei canali che incrociano la prospettiva Nevskij. Ci siamo accorti
del loro matrimonio, e come noi lo avranno fatto in molti (cè da giurarci che
labbiano fatto apposta) quando hanno iniziato a sparare i fuochi artificiali. Sul
bordo del canale avevano attaccato uno striscione con i nomi degli sposini e quando siamo
arrivati stavano per andar via in macchina. Questa era una vecchia, lunghissima, macchina
americana rosa shocking. Gli altri invitati, che si confondevano con i rispettivi
gorilla dato che vestivano alla stessa maniera, avevano delle macchine
costosissime. Ma sulle macchine dei papponi russi tornerò tra breve.
Pochi minuti dopo il nostro arrivo gli sposi sono scesi dalla
barca (dopo essersi assicurati che si fosse radunata una quantità di spettatori
sufficiente) e sono saliti sulla macchina rosa. Anchio ero tra quelli che gli
auguravano una buona dose di sfiga, tantè che la macchina non è partita. Buona
parte degli invitati era già salita nelle loro auto accendendo gli special,
ovvero tutta una serie di giochi di luci veramente kitsch! Alcuni sono scesi e hanno
iniziato ad aiutare i poveretti, aprendo il cofano e iniziando ad imprecare. Alla fine la
gioiosa macchina è partita e il corteo si è mosso verso la prospettiva. La cosa più
divertente, penosa e irritante al tempo stesso era che il tutto era preceduto da una
macchina della polizia municipale piccola, vecchia e arrugginita. Il fatto che il comune
di Leningrado abbia concesso una propria macchina per scortare un matrimonio ha
semplicemente dellassurdo. E qui non mi viene più da chiamarla Leningrado, ma
semplicemente San Pietroburgo.
Prima ho accennato alle macchine dei papponi russi. Limperativo di queste persone è
quello di farsi notare a tutti i costi. La loro tranquillità e soddisfazione è data dal
fatto di essere notati e invidiati. Purtroppo questo accade anche da noi e molti sono
vittime di questa sindrome, ma lì risalta ancora di più, visto che si passa da un
livello di vita piuttosto basso a dei livelli estremamente alti, senza classi intermedie.
Il mezzo preferito per farsi notare, ovviamente, è
lautomobile, in quanto passa in mezzo alla città e si fa vedere da moltissime
persone. E un po il concetto dei camion pubblicitari. In questo i russi sono
estremamente pacchiani, non saprei in che altro modo definirli. Infatti, nello scegliere
le loro macchine, al 99% Mercedes, seguono il criterio di avere il massimo.
Sono convinto che quando un pappone deve comprare lauto, va dal concessionario e
come prima domanda chiede quale sia quella più costosa. A quel punto si fa dare la lista
degli accessori e barra tutte le caselle. Per cui si vedono queste macchine con vetri
nerissimi, con frecce che fanno effetti di luce degni di un flipper, clacson che fungono
anche da sirene e da carillon, e altre sciocchezze da far rabbrividire. Facendo un
paragone poco carino (e cadendo a mia volta negli odiati luoghi comuni) sembrano i
filippini che ci sono qui, che addobbano le macchine con luci e lucine da Supercar, ecc.,
solo 100 volte più ricchi. Pacchiani, kitsch, maleducati, presuntuosi, arroganti, insensibili e prepotenti.
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Scritta Mc Donald's in cirillico (7 KB) |
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Cartello stradale con sponsor (18 KB) |
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Un altro aneddoto che fa riflettere riguarda i cartelli stradali. Il centro di Leningrado
ha i cartelli stradali bilingue, cioè riportano il nome in cirillico e la corrispondente
traslitterazione in caratteri latini. Sono cartelli esteticamente gradevoli, anche se non
hanno un grande valore, essendo di latta! Eppure hanno tutti lo sponsor: Coca Cola, ecc.
Incredibile! Quando lho visto ci sono rimasto molto male. Vuol dire che pur di
raggranellare qualche rublo in più (o di spenderne qualcuno in meno)
lamministrazione cittadina è disposta a mettere lo sponsor anche sulla segnaletica
cittadina. Dal mio punto di vista è come se avessero messo i semafori con lo sponsor,
davvero deprimente!
A parte questo, sono rimasto stupito anche per le condizioni delle persone. Sinceramente
mi aspettavo una miseria nera, anche se Bruno Nicolis, che ci è stato diverse volte per
lavoro, mi aveva detto che non era così e che vige ancora un barlume della realtà che
fu: cè un malessere diffuso, ma non sono proprio allo stremo (non è
lAlbania, tanto per intenderci). Non avevo badato più di tanto a quanto mi aveva
detto, ma quando ho visto coi miei occhi ho avuto la conferma delle sue parole.
Effettivamente ho visto situazioni peggiori in altri paesi, le stesse repubbliche baltiche
hanno un numero maggiore di mendicanti in giro per le strade. Cè anche un altro
aspetto da considerare, e cioè che le persone conservano una dignità incredibile che gli
impedisce di chiedere lelemosina in modo evidente ed insistente. Sia chiaro, i
mendicanti ci sono e sono abbastanza, ma non sono mai insistenti e conservano una dignità
anche in questo. Non dico che si vergognano a chiedere la carità, ma quasi.
Purtroppo ho visto un pezzo troppo piccolo di Russia per potermi fare unidea
realistica della loro condizione, ma quello che ho visto a Leningrado è stato abbastanza
positivo. In fondo nelle grandi città il livello di vita è sempre maggiore rispetto ai
piccoli centri. E vero anche il contrario, e cioè che proprio nelle grandi città
si concentra la parte più miserabile della popolazione e questo onestamente non mi ha
colpito in modo particolare, nel senso che non era una presenza così evidente. Di sicuro
tornerò a breve in Russia per rendermi conto in modo più preciso del loro stato e
possibilmente per calarmi un po di più, e meglio, nella loro realtà.
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Considerazioni tecniche del viaggio
Come ho accennato in più punti del diario, le strade attraversate sono
state piuttosto eterogenee. Si va dalla brutta autostrada Villach - Vienna in Austria alle
belle strade slovacche (ben pavimentate e piacevoli per i paesaggi attraversati), per poi
passare alle terribili strade polacche afflitte dagli immancabili solchi provocati dai
camion e asfaltate in maniera pessima. Spesso lasfalto è molto lucido a causa
dellusura e temo che in caso di pioggia sia piuttosto pericoloso. A proposito dei
solchi, ricordo di aver letto sul giornale, a luglio, che in Polonia il traffico era stato
sospeso a causa delleccessivo caldo che faceva sciogliere le strade. Questo non
toglie che siano realizzate in modo pessimo. Proseguendo, nei paesi baltici (Lituania,
Lettonia ed Estonia) le strade sono sempre ben tenute e ben asfaltate. Unica eccezione
sono le strade situate in posti particolari come in parchi nazionali o zone protette, che
facilmente possono essere sterrate. Anche in Russia le strade sono ben tenute tranne nelle
grandi città (a Leningrado ci sono veri e propri crateri che, anche se presi a bassa
velocità, causerebbero danni enormi!).
Un altro discorso riguarda la segnaletica. Facendo uno sforzo di memoria
mi sembra che in Austria, Slovacchia e Polonia questa sia molto buona. Nelle repubbliche
baltiche, invece, può capitare di trovarsi spaesati, soprattutto allingresso e
alluscita dalle città, ma in genere sono buone. In Russia, a parte la strada
principale per arrivare a Leningrado, dotata di molti cartelli con la doppia trascrizione
in cirillico e in caratteri latini, i cartelli sono del tutto assenti. Uscire dalla città
è molto difficile, così come trovare località vicine come le residenze imperiali.
Bisogna essere fortunati nel percorrere le 3/4 strade dotate di qualche raro cartello.
Comunque, le persone sono molto disponibili nel dare le indicazioni.
Passando allargomento del rifornimento di benzina, nessun paese
pone dei problemi. In tutti i paesi la frequenza è buona senza mai toccare i vertici
italiani (credo che per numero di pompe di benzina il nostro paese sia tra i più dotati
in Europa), ma senza nemmeno lasciare troppo a desiderare. Bisogna sempre essere sicuri,
però, di avere almeno 60 km di autonomia per evitare spiacevoli
contrattempi.
In posti particolari come i parchi nazionali, lisola di
Saaremaa (in Estonia), ecc. i benzinai sono piuttosto rari, ma avendo unautonomia di
almeno 60 km si può stare tranquilli. Nei paesi baltici, e in particolare in Lettonia, ci
sono i benzinai più avveniristici che abbia mai visto nei paesi dellEst: sono pari
solo a quelli di paesi come Francia, Germania o Spagna.
La benzina in Austria costa poco meno che da noi; in Slovacchia costa
circa 1500 lire, così come in Polonia, mentre nelle repubbliche baltiche il prezzo scende
a circa 1200 lire. Nella mitica Russia, infine, un litro di carburante costa poco meno di
500 lire al litro. I prezzi sono indicativi, cioè da leggere 100 lire in più, 100
lire in meno e si riferiscono alla verde.
Nuccio mi aveva avvertito che la benzina russa aveva fatto
battere in testa la sua BMW K 100, ma le nostre moto, Nelìk e Clelia Rita, hanno digerito
perfettamente la bevanda!
Per quanto riguarda gli stili di guida, come al solito, è ben difficile
trovare paesi con guidatori peggiori degli italiani, soprattutto per me che vengo da Roma
(grande scuola-guida per affrontare serenamente il resto dEuropa!). Solo in Polonia
ho trovato personaggi decisamente allegri che sfioravano la velocità della
luce anche in condizioni limite.
Ad esempio la sera in cui siamo arrivati a Danzica ci siamo
fermati a chiedere la strada a un tassista. La strada era completamente buia e per giunta
bagnata. Questo è risalito in macchina dicendoci di seguirlo. Ha iniziato a correre
talmente forte che nemmeno tirando le marce di Nelìk riuscivamo a stargli dietro, penso
che saremo andati ad almeno 100 km/h in strade strettissime, completamente buie e bagnate.
Allimprovviso ho visto una curva molto stretta pochi metri davanti a me. In quel
momento ho pensato di essere già per terra. Per miracolo sono riuscito a frenare e
affrontare la curva senza cadere, poi dopo pochi metri il tassista si è fermato ad
indicarci la strada del campeggio, dopodichè è scomparso nella notte alla velocità
della luce.
Negli altri paesi, invece, cè un grande rispetto sulle
strade e guidano in modo attento e preciso. Come in tutte le grandi città, a Leningrado
si può incontrare qualche imbecille, ma più che altro bisogna stare attenti agli
improvvisi scarti che le macchine fanno per evitare le voragini che si aprono
nellasfalto.
Per quanto riguarda le dogane, come ho già detto diverse volte nel
diario, nessuna ci ha fatto perdere molto tempo, soprattutto perchè con la moto
superavamo le file, talvolta lunghissime e i controlli sono sempre molto più rapidi.
A proposito delle dogane, merita un paragrafo a parte il cambiavalute delle
frontiere. In tutti questi anni abbiamo visto che nell80% dei casi
applicano dei tassi pessimi, facendoci perdere anche il 15% sulla cifra cambiata.
Quello che facciamo ogni volta che possiamo (cioè quando non è
il fine settimana in cui le banche sono chiuse), è di cambiare lo stretto necessario per
arrivare al giorno dopo e poi cambiare in una banca. I posti migliori per cambiare denaro,
come al solito, sono le grandi banche e gli uffici postali. Evitate uffici di cambio
privato (anche se scrivono Tasso 0 e altre offerte del genere: si ripagano
sempre abbondantemente sui tassi applicati!) e altri posti con la faccia
commerciale.
I poliziotti fanno numerosi posti di blocco in Polonia e in Lituania:
mentre nella prima per miracolo non siamo mai stati fermati (o perchè ci avvertivano in
tempo i veicoli che incrociavamo, o perchè erano già impegnati con altre macchine),
nella seconda, come ho già raccontato nel diario, siamo caduti nella trappola della
pistola radar.
Il consiglio che do, oltre a quello di rispettare i limiti,
soprattutto lungo le strade poco trafficate in cui difficilmente si incontra qualcuno che
può avvertirci, è quello di temporeggiare il più possibile. Fate finta di non capire
cosa dice, di non aver intenzione di pagare (sempre con modi estremamente tranquilli e mai
irritati e/o irritanti), se propongono di seguirli in centrale dite di sì, tanto al
99,99% si tratta di un bluff per intimorirvi, se vi chiedono con quali soldi viaggiate
dite che state tornando in Italia e avete finito il denaro, ecc. Insomma, mettete in conto
di perdere almeno venti minuti, ma con ottime probabilità ve la caverete o con poche lire
di multa, o con nessuna sanzione. In ultimo, lidea attuata questanno dalla mia
ragazza mi pare geniale: mentre io trattavo con i poliziotti lei ha tolto quasi tutti i
soldi dal portafogli e quando il tipo ci ha chiesto quanto potevamo dargli lei gli ha
mostrato, per convincerlo del tutto, il portafogli praticamente vuoto! :)
Il clima, come ho accennato in modo più o meno implicito anche nel
diario di viaggio, è stato tutto sommato buono. In Polonia, contrariamente a quando ci
andai 5 anni fa, abbiamo trovato sempre un tempo eccellente: cielo perfettamente sereno e
una temperatura piacevolissima. Per far capire meglio la temperatura, la mia ragazza,
notoriamente freddolosa, non ha mai sofferto il freddo durante le notti passate in tenda.
Nei paesi baltici abbiamo avuto un po' di maltempo per cui la temperatura si è abbassata;
era ancora accettabile, ma non al punto da farci dormire in tenda. A Leningrado siamo
stati bene, giravamo sempre con il giubbotto jeans e una felpa. Tornando in Estonia
abbiamo avuto un gran freddo a Tallinn, nonostante il tempo splendido, e un po' meno
freddo a Saaremaa, dove pioveva. Tornati in Polonia, a Danzica, il tempo è tornato bello
e assolato, e ci ha accompagnato fino in Italia.
Unultima cosa che riguarda gli ostelli in cui abbiamo pernottato:
non ho precisato che tutti avevano il bagno al piano, e mai in camera.
Al ritorno dal viaggio ho parlato con un po di amici del
mio viaggio, e ho notato che molti erano convinti che gli ostelli, anche da quelle parti,
seguissero il regolamento dellassociazione Hostelling International, quindi con
uomini e donne separati, orario di rientro serale obbligatorio, ecc. In realtà, quando
parlo di ostelli intendo delle pensioni economiche frequentate prevalentemente da giovani,
ma che seguono le stesse regole dei normali alberghi, per cui è possibile dormire con la
propria ragazza nella stessa camera, non ci sono limiti di orario di nessun tipo, ecc.
Se ci sono altre domande di carattere tecnico che volete pormi, scrivetemi pure al mio
indirizzo e-mail, sarò felice di
rispondervi! :)
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Cartografia (guide, cartine, ecc)
Come ormai accade da 3 anni, anche questanno siamo partiti con le famose guide
verdi del Touring Club. Anche questanno, però, sono stati numerosi i motivi per cui
ci siamo arrabbiati, anche parecchio, a causa delle errate o mancanti informazioni
riportate.
Ad esempio, nella cartina di Riga una strada era indicata come
direttrice principale che portava fuori città, mentre quella corretta era quella
immediatamente a fianco. Il risultato di questa piccola svista è stato un
giro di almeno mezzora in luoghi del tutto ignoti nella periferia della città. In
generale, comunque, credo che il valore stesso della guida non sia rapportabile col
prezzo, decisamente alto. In più, sono del tutto assenti le informazioni di carattere
pratico per chi viaggia via terra con mezzi propri.
Per quanto riguarda le cartine stradali, abbiamo usato una cartina della
Kümmerly & Frei di 10 anni fa (Cecoslovacchia, Polonia e Germania Est),
che si è rivelata molto più attendibile di quella della Euro Cart, tradotta dallo Studio
F.M.B. di Bologna (Ucraina, Bielorussia, Crimea, regione russo-moscovita) di
pochi anni fa. Credo che questo sia in parte dovuto alla differenza delle scale
utilizzate: 1:800mila nel primo caso, e 1:2 milioni nel secondo. Questo non toglie che
nella seconda cartina cerano degli errori notevoli, come lerrata
categorizzazione di diverse strade, segnate come nazionali, ma in realtà misere
provinciali, e altri errori del genere.
Per quanto riguarda la documentazione ricuperata negli uffici del turismo,
i cui indirizzi sono riportati nella pagine delle informazioni
utili, quella polacca era quella fatta meglio e davvero utile; anche quella dei paesi
baltici era fatta piuttosto bene, mentre quella russa era praticamente inesistente.
Infatti, quando sono andato nellufficio del turismo russo mi hanno dato un depliant
chiamato Leningrado: questo mi ha fatto ovviamente piacere, però era
chiaramente vecchio!
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Conclusioni
Durante il viaggio ho pensato diverse volte, con rammarico, al fatto di aver rinunciato ad
arrivare fino a Mosca. Lunica attenuante è che in questi mesi diverse
persone mi hanno spaventato fin troppo con racconti dellorrore ambientati nelle
città russe e nei paesi baltici, e parecchie volte avevo pensato che stessi esagerando.
Fortunatamente la ragione e la razionalità si sono nuovamente impossessate di me,
scacciando pregiudizi e paure inconsce, e sono riuscito ad arrivare almeno fino a
Leningrado. Di sicuro cè che tornerò in Russia, spero a brevissimo.
Il viaggio è stato bellissimo, sicuramente il più bello che ho fatto finora. Questo sia
per i posti incredibili che ho visto, sia per lassaggio che ho avuto
della Russia, nazione che mi piace moltissimo. Per far capire in che misura mi è
piaciuta, posso dire che la Russia che ho visto questanno è stato come aver
assaggiato un cucchiaino di Nutella: troppo buona per smettere e troppo poco per essere
soddisfatto!
Per lennesima volta consiglio a tutti di liberarsi di timori e pregiudizi, e di
partire al più presto per un bel viaggio nellEuropa dellEst. Vi aspettano
panorami, posti e situazioni assolutamente unici! Sicuramente nessuno rimarrà deluso. Le
uniche persone che possono rimanere deluse sono quelle che, per giudicare evoluto un
paese, richiedono le aiuole lungo le strade, e lefficienza di tutto in tutte le
situazioni. Per queste persone non rimane altro che restringersi ai paesi del centro e
nord Europa, scartando anche lItalia, però!
Concludo ringraziando ancora una volta Adriano, che con la sua ottima compagnia e il suo
grande aiuto ha contribuito allottima riuscita del viaggio!
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